DOPO LA WTS: COME RINASCERE? LA SPIRITUALITÀ


Cari Amici
la quinta ed ultima parte di questa rubrica si è fatta attendere.
Avevamo già pubblicato 4 articoli infatti, nei quali davamo alcuni spunti per rinascere dopo la WTS.
Il primo si concentrava sulla semantica (https://bit.ly/2mueBJi)
Il secondo su aspetti cognitivi (https://bit.ly/2oPCcoB)
Il terzo sulla sfera sociale (https://bit.ly/2oK91mP)
Il quarto sulla sfera emotiva individuale (https://bit.ly/2o8iVi4)
In questa quinta ed ultima parte, parliamo di spiritualità.
Comprenderete che l’argomento è molto vasto e soggettivo,per cui non lo esauriremmo mai in un post. Però, dopo aver trattato alcuni spunti, ciascuno potrà condividere nei commenti le proprie riflessioni e ulteriori suggerimenti in merito.
Cominciamo.

  • Che cos’è la spiritualità?
Bella domanda! 
La premessa imprescindibile è: non esiste una definizione univoca e universalmente accettata di spiritualità.
Indubbiamente la parola stessa implica un interesse per una dimensione “spirituale” ovvero altra rispetto alla materia tangibile. Ma non è da confondere con la religione.
Spirituale non vuol dire religioso. Spiritualità non vuol dire religione. Sono due concetti distinti e che alcuni a volte confondono.
La religione ha a che fare con un insieme di riti, pratiche, funzioni, abitudini esteriori, credenze ordinate in un sistema condiviso dai membri di quella religione, che si organizza in strutture gerarchiche e che si basa su dogmi e “verità” trasmesse dai membri e tra i membri (tipicamente dall’alto verso il basso). I dogmi basilari sono spesso piuttosto cristallizzati e indiscutibili.
La spiritualità guarda dentro, ha a che fare con un lavoro interiore. Non ha necessariamente bisogno di strutture, dogmi o credenze. È un percorso tutt’altro che cristallizzato, bensì un cammino in quotidiana evoluzione. Ha a che fare con l’osservazione e l’auto-osservazione, con la connessione con i propri valori, con il senso di soddisfazione derivante dal percepire di avere una vita significativa.
La religione è un collettore sociale, un Facebook ante litteram, uno dei primi social network della storia, e al contempo, ahimè, anche un separatore sociale, dal momento che divide il mondo in “noi e gli altri”. È esclusiva, perché quel sistema esclude gli altri sistemi religiosi.
La spiritualità non ha a che fare con gli altri, ma è strettamente individuale e personale. Non divide il mondo ma piuttosto ha a che fare con la percezione dell’unione con gli altri. È inclusiva, perché accetta anche altri modi di sentire la spiritualità, senza ritenerli sbagliati o “peggiori”, senza giudizio.
  • Si può essere spirituali senza appartenere ad una istituzione religiosa?
La risposta a questo punto appare quasi scontata: certamente! 
Ci sono persino atei che si definiscono spirituali.
Non intendo demonizzare qui la religione. È comunque notevole che i Grandi Maestri dell’umanità abbiano tutti condannato a più riprese le classi sacerdotali e le gerarchie clericali del proprio tempo.
  • Come coltivare la spiritualità?
Questo dipende molto dal nostro percorso individuale e dal proprio background formativo e culturale.
A mio avviso, la WTS ha banalizzato e volgarizzato la spiritualità generando negli adepti l’equazione “più sei allineato a quello che insegna l’organizzazione più sei spirituale”. Come chiarito sopra, questo non significa spiritualità, ma è piuttosto il metro della religiosità. Più sei allineato più sei religioso.
Fondamentalmente, se dovessimo riassumere il pensiero dei Grandi Maestri dell’umanità, troveremmo che il nocciolo della spiritualità consiste nell’amore per il prossimo che scaturisce dal senso di connessione tra se stessi e gli altri. Se io e te siamo uniti, non ti farò del male, perché sarebbe come fare del male a me stesso. La stessa regola aurea scaturisce proprio da questa prospettiva.
I modi in cui si può coltivare la spiritualità possono essere i più disparati.
Per raggiungere una maggiore connessione con la parte più profonda di sé, alcuni praticano discipline come la meditazione, la preghiera, il canto, esercizi di respirazione, lo yoga, ed altre pratiche a volte apparentemente bizzarre ma ricche di esperienza, come ad esempio la coltivazione di un giardino, l’arte, il contatto con la natura.
Molti traggono ispirazione da testi che considerano sacri.
Alcuni traggono spunto anche da libri che autori recenti hanno scritto sul tema.
Personalmente amo leggere ed informarmi, ma dopo l’esperienza WTS non smetterò mai di ricordare quanto sia facile e al tempo stesso deleterio e pericoloso credere ciecamente e seguire insegnamenti umani, cosiddetti guru od organizzazioni settarie.
Con questo in mente, ecco a voi una decina di spunti:
Il sorriso segreto dell’essere (Mauro Bergonzi) https://amzn.to/2oyDRPa
L’arte della felicità (Gyatzo Tenzin) https://amzn.to/2osQNGy
Spiritualità: come coltivare l’anima (Philip Sheldrake) https://amzn.to/2mVMsuW
Il salto. La psicologia della spiritualità (Steve Taylor) https://amzn.to/2nSbcoh
L’onda è il mare (Willigis Jäger) https://amzn.to/2nUYwwT
Vivere momento per momento (Jon Kabat-Zin) https://amzn.to/2n2LZHw
La fine della religione (Bruxy Cavey) https://amzn.to/2nUGvif
La spiritualità del creato (Matthew Fox) https://amzn.to/2pifqpA
Il silenzio è cosa viva (Chandra Livia Candiani) https://amzn.to/2nJr1hh
L'essenza della vita. Il risveglio della consapevolezza nel cammino spirituale (Willigis Jäger) https://amzn.to/2nKaGsH
A questo punto resta una domanda:
  • Perché coltivare la spiritualità?
Gesù disse che questo era connesso con la felicità. Coltivare la spiritualità ci aiuta a realizzarci, a riempire la nostra vita di significato. Ci permette di avere una relazione migliore con le nostre emozioni, uscendo dal “pantano egoico” e mettendoci in relazione con gli altri in modo più armonico ed empatico. Ci permette di comprendere quale contributo vogliamo e possiamo dare in questo mondo, realizzando che siamo tutti onde dello stesso oceano e che partecipiamo tutti all’evoluzione spirituale dell’umanità. Se anche non vogliamo parlare di felicità, sicuramente coltivare la spiritualità ci aiuta a conseguire maggiore pace e serenità.

Spero che questa breve disamina possa avervi dato qualche piccolo spunto di approfondimento. Ma soprattutto che possiate arricchirla con i vostri commenti. Che cosa ne pensate voi? Che spazio date alla spiritualità nella vostra vita? Come la coltivate?

Un abbraccio

Eliseo.

Commenti

  1. Caro Eliseo, quello della spiritualità è un argomento che ci tocca profondamente. Noi sopravvissuti dalla wt abbiamo passato una vita a sentirci "non spirituali" perché non allineati. È una sensazione che solo chi ha vissuto può comprendere.
    Avere la certezza di essere una brava persona, sapere di amare il prossimo con opere e non con parole, eppure vedersi stigmatizzare con sufficienza. Questo pone problemi di autostima, di continuo senso di colpa.
    Nel mio percorso personale per uscire dalla wt, dove uscire implica maggiormente un cambio nel mio modo di pensare, sto imparando a valutare le cose che davvero mi danno serenità.
    Tra queste non c'è avvicinamento a nessuna religione organizzata. Piuttosto sto rivalutando tutto l'insegnamento di Cristo.
    E poi dedico del tempo a me stessa per fare una passeggiata, dipingere, leggere, senza più sentirmi in colpa per sottrarre quel tempo ad "attività teocratiche".
    Mi voglio più bene, sento di volerne di più anche al prossimo perché non ho più la presunzione di avere la verità.

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  2. La torre di Guardia è una delle più grandi fabbriche di atei della storia

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    1. Mi hai rubato le parole di bocca. Sarebbe bello avere delle statistiche ma in base alla mia esperienza personale il 90/95% degli ex tdg diventano atei/agnostici.

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  3. Mi chiedo, ma Gesù era una persona "spirituale"? Avrei qualche dubbio. Egli, dice la Bibbia amava stare coi peccatori anzichè con la classe religiosa dell'epoca. Prefriva stare vicino ai bisognosi a chi soffriva. Mi viene i mente la parabola del buon samaritano dove Gesù si concentra sul fatto che un semplice estraneo, non religioso, soccorresse un viandante caduto fra i ladroni. La WTS tendeva sempre a ricordarci l'esempio da seguire. Ma non poneva mai l'accento che il buon samaritano non apparteneva a nessuna religione ed era stato esemplare nel mostrare a more a dispetto delle persone religiose. Come hai affermato tu, che perfino gli atei possono essere spirituali, quì abbiamo quest'uomo, anche se frutto di una parabola, che ci dice cosa approvava Gesù. Quindi direi che essere spirituali, nel senso buono del termine per me significa essere rivestiti di buona moralità e sensibilità verso il prossimo. Coltivare la spiritualità non significa studio, ma lettura ei vangeli senza avere troppe pretese. Passare la vita nei libri non ha senso. Gesù ci insegnò ad amare. Tutto il suo insegnamento girava intorno a questa parola. Non credo quindi che la spiritualità fine a se stessa possa avere molta rilevanza se non accompagnata da gesti.

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  4. Ciao Eliseo, per me la spiritualità nei trascorsi 2-3 anni è stata una riscoperta di qualcosa che forse ho sempre avuto dentro, è un cantiere aperto in cui sto ancora lavorando e non saprei dirti se sono ancora alle fondamenta o al tetto perchè ancora non riesco ad avere una visione dell'insieme.
    Comunque bel post con molti spunti di riflessione, io ho già letto "La fine della religione" di Bruxy Cavey e l'ho trovato molto interesssnte.

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  5. Dafne la spiritualità è qualcosa che ognuno di noi possiede più o meno, ma quando hai dei preconcetti è difficile stabilire fin dove arriva il tuo grado di spiritualità .io posso essere spirituale e allo stesso tempo amare la vita con tutte le sue sfaccettature, Gesù era senz'altro spirituale ma non si negava i piaceri della vita come qualsiasi essere umano, dopotutto è venuto sulla terra come uomo,ecco bisogna prendere esempio da lui il più grande Maestro.

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  6. Dafne è la prima volta che commento in un blog.

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  7. Certo non nasciamo spirituali. Possiamo coltivare la spiritualità solo se abbiamo qualcosa a cui fare riferimento come nostro massimo valore. Dipende da che cosa intendiamo per spirituale. Come dici tu, ci sono vari modi per essere spirituali, quindi io punto sull'esistenza di Dio. Ma non per questo bisogna appartenere ad una religione. Io, pur avendo avuto una esperienza simile alla tua dopo essermene uscito, sto cercando di "coltivare" una nuova spiritualità, cercando di capire la vita di Gesù e trarne qualche esempio. Nella Bibbia, in 1 Corinti 12 Paolo parla di "doni spirituali", per cui si poteva essere tali riconoscendosi con certe carattersitiche (versetti 7-11 7 Ora a ciascuno è data la manifestazione dello Spirito per il bene comune. 8 Infatti, a uno è data, mediante lo Spirito, parola di sapienza; a un altro parola di conoscenza, secondo il medesimo Spirito; 9 a un altro, fede, mediante il medesimo Spirito; a un altro, doni di guarigione, per mezzo del medesimo Spirito; 10 a un altro, potenza di operare miracoli; a un altro, profezia; a un altro, il discernimento degli spiriti; a un altro, diversità di lingue e a un altro, l'interpretazione delle lingue; 11 ma tutte queste cose le opera quell'unico e medesimo Spirito, distribuendo i doni a ciascuno in particolare come vuole.) Anche Cornelio ricevette lo stesso spirito e non era un cristiano. Mi sono un po sbilanciato. Ma tutto sommato il discorso spiritualità inteso in questo senso ha a che fare con questi doni. Aderendo poi ad una condotta cristiana (sena imposizioni ma libera), si può, secondo me raggiungere un'equilibrio che aumenterà l'autostima. Ci si deve però specchiare sempre sul nostro riferimento. Per me sarà Cristo, per un'altro sarà un carismatico su cui appoggiarsi, quindi non religioso. Come ho già detto, potrebbe sembrare strano, ma credo che Gesù non fosse spirituale ma avesse doni spirituali. Comunque per molti versi rimane difficile capirne la grandezza, dato che Egli è il Figlio di Dio. Raggiungere il climax spirituale dovrebbe equivalere alla pace con se stessi e poi trasmessa al prossimo.

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  8. Batman , la WT ogni comportamento di Gesù lo associa a se stessa , il buon samaritano per la WT è la classica occasione da poter fare un suo proselito, o male che vada da sponsorizzare se stessa attraverso la testimonianza informale, come a dire : vedi io ti aiuto perchè sono un TDG ! e lo sono grazie al organizzazione di Dio .

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    1. A noi interessa il fatto che abbiamo ripreso la nostra libertà ed applichiamo le Scritture con la salsa che ci pare. WTS o non WTS continuassero a fare loro le applicazioni bibliche. Ciò non toglie comunque che essi ne abusano soltanto. Sapessi come è bello fare un'applicazione diversa da come sei stato abituato stando dentro questo gruppo di presuntuosi. Essi poverini soffrono di una rara malattia: fanatismo acutpo! Inoltre, il consiglio finale che Gesù dà al suo interlocutore è: "Va e fa anche tu lo stesso". Il che non significa fare proselitismo ma soccorrere. Una parola che la WTS non capisce.

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    2. Fanno mare e monti per fare un proselito, e quando lo hanno fatto lo rendono alla geenna il doppio di loro.

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  9. "Spiritualità", gran bella parola!
    Si contrappone secondo me alla parola "religione".
    Essa è intima, personale, sentita, quando invece la religione è dettata (spesso imposta) , standardizzata.
    In ogni caso, comunque, questa parola trascende tutto ciò che riguarda il materiale, avendo come scopo una felicità basata su azioni e riflessioni, non su cose.
    Infatti, da studi recenti riportati nel mensile Reader's Digest di ottobre edizione svizzera emerge che la felicità si deve: 1. al coltivare relazioni con amici, ma anche con sconosciuti, 2. al compiere buone azioni, anche piccole, 3. praticare esercizio fisico, 4. dormire di più, 5. compiere un'attività che piace.
    Credo che questi siano ottimi suggerimenti, che tutti nutrono in modo positivo lo "spirito", cioè il lato spirituale dell'essere umano, forse quello più importante.

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  10. La spiritualità ce l'hanno gli aborigeni, gli indiani nativi americani, i tibetani, esiste in ogni parte del mondo: non è indispensabile avere una religione dietro o una bibbia.
    A volte ho il dubbio che ce l'abbia anche il mio cane, quando si mette pure lui accanto a me a guardare le stelle. Non so se è spiritualità, ma cerco di ridare vita alle apparecchiature che stanno per finire nella spazzatura, le persone sono così contente, non tanto di non dover acquistare un nuovo prodotto, ma l'evitare quello spreco dell'usa e getta e del consumismo che si basa sull'obsolescenza programmata. Mi piace creare musica, suoni armoniosi, non sopporto però i generi tipo TRAP dove si fa un uso smodato di suoni distorti e autotune sulla voce che riuscirebbe a cantare anche mia nonna. Contrariamente il rumore, se usato bene, ha il suo fascino, come certi suoni derivati dalla sintesi granulare, non mi piace però l'andazzo che ci sta portando verso la dissoluzione del linguaggio tonale. Io trovo che certi passaggi di accordi, specialmente di archi veri o synth, mi avvicinano più al divino che leggere versetti biblici. Trovo simpatico imparare nuovi passi di danza, ho in lista hip hop (shuffle) e irish dance: anche mia moglie si è accorta che l'esercizio crea nuove connessioni cerebrali, dovendo imparare movimenti ai quali non si è per nulla abituati. Fare attività belle che ci piacciono è un toccasana anche per i rapporti con il prossimo.

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  11. Caro amico Eliseo, complimenti per il post di questa 5° parte, e di tutta la serie sull'argomento di "cosa significa la spiritualita ", mi hanno aiutato a districare la confusione che avevo da prima come frequentante laica cattolica e dopo da TdG, che la Wts ha contribuito a confondere ancora di più il concetto tra la differenza che c'e tra spiritualità e religiosità.
    Effettivamente dopo la disamina dei post , ho fatto chiarezza nella mia mente e nel mio cuore, e ho concluso che la spiritualità è una personale condizione interiore, dove entrano in connessione tutte le facoltà vitali della persona , per poi usarli per il proprio benessere psico - fisico , e nelle relazioni sociali verso il prossimo chiunque esso sia.
    Le caratteristiche di una persona spirituale sono evidenti quando in sè c'e amore, gioia, pace, pazienza , benignità, bontà, mitezza e autocontrollo ;
    ciò non significa che una persona spirituale sotto pressione o per autodifesa non può venire meno sotto questi aspetti , ma una coscienza spirituale nel caso di questi eventi agisce di conseguenza .
    La persona spirituale esamina ogni cosa
    (1 Cor. 2:15) , è dotata di consapevolezza nel discernere il bene dal male, si attiene al bene anche in caso di proposte a compromessi.
    La persona spirituale è INTEGRA !

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  12. Mi piace quello che dici Eliseo a proposito della spiritualità: "Ha a che fare con l’osservazione e l’auto-osservazione, con la connessione con i propri valori, con il senso di soddisfazione derivante dal percepire di avere una vita significativa." In qualche modo mi fai capire che ciò che percepisco dall'esterno influenza la mia coscienza ed il mio carattere e fa sì che accresca la mia percezione di ciò che è bello di ciò che è condivisibile e che fa bene al nostro spirito. Osservando percepiamo quello che ci può fare bene e farci godere meglio la vita. Ad esempio guardando una pianta di fiori un tramonto un cavallo. La nostra percezione interiore estrapola attaverso i nostri sensi ciò che può far crescere la nostra conoscenza e l'apprezzamento della vita. Ovviamente ho fatto un'esempio terra terra. Anche guardando o pensando al sole la luna, anzichè prenderli per scontato (come le altre realtà) possono spingerci alla gratitudine verso quel Dio sconosciuto che non abbiamo mai visto. Quindi, come dice anche Miamei, la persona spirituale esamina "ogni cosa"!

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  13. Dopo aver letto questi commenti interessanti, colgo l'occasione per riflettere sul tempo che abbiamo trascorso nei TdG, e c'è la speranza che non sia stato tutto tempo sprecato: chi riesce ad uscirne ha un "tesoretto" fatto di sensibilità e di aspettative non soddisfatte, una voglia di riscattarsi che forse manca in tante persone, totalmente occupate dai propri impegni.
    Succede un po' come quando ci si salva la vita per un soffio, e dopo si apprezzano di più tante piccole cose che si davano per scontate. L'invito è di non piangersi addosso per gli errori del passato, tanto non si può cambiare, ma il futuro sì!

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    1. Parole sante Assuero c. oggi facevo tra me e me le tue stesse riflessioni!
      Luca

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