AUDIO-VIDEO: LA NUOVA FRONTIERA... NON SOLO PER LA WATCHTOWER

Nello scorso articolo abbiamo approfondito la spinta impressa dal “nuovo” Corpo Direttivo della Watchtower verso la creazione di materiale audio-visivo ad alto impatto emozionale, con l’obiettivo di indirizzare i Testimoni verso una piattaforma di contenuti in streaming, che nei prossimi anni saranno prodotti in maniera probabilmente più intensiva e sofisticata dal nuovo centro di produzione di Ramapo, NY.

La nuova struttura sarà composta da studi cinematografici, residenze e zone per i visitatori. Come già accaduto in precedenza per l’edificio di Warwick e altri obiettivi raggiunti nell’ambito audio-video, e seguendo la tendenza degli ultimi anni in cui membri del Corpo Direttivo si lanciano in elogi relativi alla costruzione di nuovi edifici, possiamo solo immaginare e prevedere le decine di video ed articoli che accompagneranno passo passo la realizzazione del nuovo centro, salutato come un necessario provvedimento dello “Schiavo Fedele e Discreto” per la produzione di “cibo spirituale”, e, come sempre, indicato come simbolo della benedizione divina sull’organizzazione.

Queste affermazioni potrebbero essere degne di nota se rappresentassero nei fatti un vero e proprio unicum a livello mondiale, come ad esempio accade quando si parla del numero di lingue in cui vengono effettuate le traduzioni delle pubblicazioni edite dalla Watchtower. Ma, per quanto riguarda l’audio-video, sembra che l’organizzazione abbia ancora qualcosa da imparare dai suoi… diretti concorrenti.

Interessanti similitudini

Un recente articolo del New York Times, sintetizzato anche in Italiano dalla testata online Il Post, riporta, infatti, i successi ottenuti in questo campo dalla Chiesa di Gesù Cristo dei Santi degli Ultimi Giorni (LDS), i cui membri sono più comunemente definiti Mormoni.

Le similitudini con i Mormoni, che riguardano specialmente l’aspetto comportamentale piuttosto che le dottrine, non sono una novità per chi ha intrapreso un percorso di analisi critica sulla dottrina e sui costumi dei Testimoni di Geova, e anche in questo blog si è parlato dell’argomento, che si può approfondire anche qui.

È interessante però scoprire come la chiesa Mormone utilizzi dal 1991 un’enorme struttura esclusivamente dedicata alla produzione di materiale audio-visivo indirizzato ai fedeli, che negli ultimi anni viene pubblicato specialmente attraverso Internet. Ricorda qualcosa?

Il canale YouTube ufficiale della Chiesa, il cui primo video caricato risulta essere del 2009 (Jw Broadcasting nasce nel 2014) conta, ad oggi, 1 milione di iscritti e quasi 350 milioni di visualizzazioni. I Mormoni gestiscono anche una rete televisiva, BYUTv, e una piattaforma on-demand, Living Scriptures.

I Testimoni di Geova che apprezzano i video di jw.org potrebbero rimanere stupiti dando una breve occhiata alla produzione della Chiesa Mormone, soprattutto nel trovare titoli che, con le ovvie differenze dettate dalle specificità delle due religioni, sembrano avere un sentore familiare.

Tra i vari esempi:

• un dramma biblico in costume incentrato sulla figura del personaggio biblico Giosia, caricato nel 2011, che ricorda il film, mostrato al congresso dei Testimoni di Geova del 2019 “L’amore non viene mai meno”.
• video dedicati ai giovani, che utilizzano la tecnica della “lavagna animata”. Ad esempio, questo, del 2012, in cui si parla di neutralità politica, o un altro, dello stesso anno, incentrato sulla castità. La stessa tecnica è utilizzata in questi video presenti su jw.org.
• video in cui vengono descritti gli sforzi effettuati dalla Chiesa per portare soccorsi in aree disastrate, ad esempio in Giappone (2011) o negli Stati Uniti (2019), molto simili a questi.
• video animati dedicati ai bambini, affini alla serie “Diventa amico di Geova”

Si potrebbe continuare all’infinito, citando contenuti su come combattere il bullismo, evitare la pornografia, vestirsi in maniera modesta, oltre a centinaia di canzoni e video musicali, che sembrano, in gran parte, avere uno o più equivalenti nella produzione Watchtower.

In questo ambito, però, le similitudini non si fermano alla Chiesa di Gesù Cristo dei Santi degli Ultimi Giorni.

Scientology, ad esempio, produce da anni materiale audio-video destinato ai propri seguaci e possiede, a sua volta, un enorme studio cinematografico, di cui vengono tessute le lodi in questo video. L’organizzazione fondata da Hubbard ha anche lanciato, nel 2018, il canale televisivo e servizio di streaming Scientology Network.

Ancora, nella Wikipedia inglese è presente una lista di canali televisivi utilizzati, in particolar modo negli USA, per diffondere le credenze religiose di decine di denominazioni.

Mettere in evidenza i progressi raggiunti da diverse religioni nel settore non ha lo scopo di far partire una gara tra chi utilizza al meglio la tecnologia o possiede il migliore stabilimento di produzione. Piuttosto mostra come, sotto questo e molti altri punti di vista, siano deboli le rivendicazioni di unicità e di benedizione divina riguardo alla produzione di contenuti, alla stampa di pubblicazioni o all’utilizzo di strumenti che di unico e divino hanno ben poco, e che di volta in volta vengono invece decantati dal Corpo Direttivo e descritti in questi termini:

“Il Signore Gesù Cristo ha ancora queste “parole”, e le dispensa tramite l’unica organizzazione che egli usa oggi sulla terra, lo “schiavo fedele e discreto”.

-Torre di Guardia, 01/06/1982

“Molti che servono Geova da tanto tempo dicono di non aver mai vissuto un periodo così ricco di doni spirituali. Ricordiamone alcuni. Negli ultimi anni abbiamo assistito al lancio di jw.org e JW Broadcasting, e la Traduzione del Nuovo Mondo delle Sacre Scritture è stata pubblicata in molte altre lingue.”

-Torre di Guardia, 01/2018

“Il mondo di oggi è spiritualmente malato e ridotto alla fame. Pensiamo invece a quello che ci dà Geova. Dopo aver letto un articolo di una delle nostre riviste, cantato il cantico finale a un’assemblea o a un congresso, oppure visto un video o un programma mensile di JW Broadcasting, sarà capitato a tutti noi di sentirci benedetti per il cibo spirituale che riceviamo.”

-La pura adorazione di Geova, finalmente ristabilita!, 2019

Non potrebbero dire lo stesso i Mormoni? O Scientology? O, in verità, qualsiasi altra denominazione religiosa? Ognuno di questi gruppi crea materiale per i propri adepti, pretende di essere guidato da Dio, di fare sforzi e di raggiungere risultati che non sarebbero stati possibili senza il suo appoggio. Ogni religione utilizza i parametri delineati all’interno della propria cultura per definire sé stessa e gli altri, riscontrando ovviamente la perfetta aderenza a quei principi in sé stessa e la mancanza negli altri.

Con quale criterio, quindi, se ogni gruppo afferma la propria unicità e guida divina, chi è completamente estraneo dovrebbe scegliere uno o l’altro? Ed esattamente in che modo le affermazioni di una qualsiasi denominazione riguardo alla produzione di video, alla costruzione di edifici o a qualsiasi attività “terrena” renderebbero più “vera” quella dottrina?

Marketing religioso

L’impatto della tecnologia e dei media sulla religione è studiato e approfondito da tempo da accademici e giornalisti, che in diversi articoli mostrano come le organizzazioni stiano sfruttando questi mezzi per sopravvivere nella società moderna.

È evidente che, analogamente alle piccole e grandi aziende, che sponsorizzano i propri prodotti cercando di ampliare il proprio bacino di utenti o di consolidare la fiducia in chi li ha già acquistati, anche le organizzazioni religiose odierne, tra cui la Watchtower, utilizzano tecniche ispirate al marketing per definire il proprio universo simbolico e costruirsi un’aura di unicità, con l’obiettivo di fare nuovi adepti e, soprattutto, di tenere all’interno del “gregge” i fedeli.

Sarebbe difficile, osservando cartelloni, banner e pubblicità di ogni tipo, trovare frasi come “Il nuovo telefono che è uguale a quello prima”, “La lavatrice che tra due anni dovrai cambiare”, “L’ennesimo profumo di cui non hai bisogno”, “Il conto bancario con le commissioni più alte”, ecc. Le aziende, infatti, parlano sempre di prodotti “rivoluzionari” o “essenziali”, plasmano scenari in cui l’atto dell’acquisto sembra direttamente collegato alla possibilità di successo personale e creano dal nulla bisogni che fino a pochi mesi prima non esistevano, cercando allo stesso tempo di mostrare al pubblico il proprio profilo migliore.

Allo stesso modo, sarebbe difficile trovare nei contenuti di jw.org frasi che mettano a confronto la Watchtower con altre religioni, evidenziando similitudini o mancanze, o notizie che possano scalfire la reputazione dell’organizzazione. Invece, si parla sempre di “grandi risultati”, frutto della “benedizione di Geova”.

Questi metodi di promozione, più o meno leciti legalmente e moralmente, sono la normalità in una società basata sulla competizione di mercato. Sembra più sospetto e triste, invece, vederli applicati quando i “prodotti da vendere” sono Dio, l’organizzazione che asserisce di rappresentarlo o la Bibbia.

Che bisogno ha, infatti, un’organizzazione che ritiene di avere il supporto divino di utilizzare tecniche di marketing per promuoversi? Perchè il Dio che avrebbe creato l’intero Universo ha la necessità di fare adottare stratagemmi del mondo corporate al suo “popolo dedicato”? E, come già accennato nello scorso articolo, se questa è davvero la Verità, come mai sembra necessario continuare a ricordarlo ai propri fedeli, cercando in tutti i modi di farli restare all’interno del gruppo?

Un’organizzazione

Questa breve disamina sugli sviluppi della Watchtower nel campo audio-video, il confronto con i medesimi progressi nei Mormoni e in altre religioni e l’analisi riguardo l’utilizzo di tecniche di marketing nella religione possono suggerire un punto di vista diverso su un’organizzazione che i Testimoni di Geova sono stati abituati a vedere in tutt’altro modo.

Una Watchtower sempre più moderna nella comunicazione, nella struttura societaria, sotto gli aspetti legali e tecnologici, e che, spogliata della veste “divina”, assomiglia in tutto e per tutto ad una grande multinazionale americana, con un portafoglio azionario ed immobiliare, migliaia di dipendenti divisi in reparti e strette norme comportamentali.

Un’organizzazione, appunto. E, probabilmente, nulla di più.

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Edmond Dantes