JW ABUSI: ESPERIENZA DI DANIELA


Care sorelle e fratelli, questa sarà la prima di diverse esperienze che stiamo raccogliendo dai sopravvissuti in Italia a storie di abusi nelle congregazioni. Spero che questo dia maggiore coscienza del problema e che aiuti chi non ha avuto il coraggio di parlare prima ad alzare la propria voce. Se avete delle storie da raccontare, scrivetele a eliseofigliodisafat@gmail.com. State tranquilli, saranno rielaborate in forma anonima e i nomi saranno cambiati, come è stato fatto anche nell’esperienza di seguito narrata da Daniela (nome modificato, appunto, come anche la foto in alto), una sorella del Nord Italia. Spero inoltre che questo lavoro possa aiutare a restituire dignità ai bambini di ieri e a garantire maggiore protezione ai bambini di oggi e di domani. Un abbraccio affettuoso,
Eliseo.

Attenzione: l’esperienza di seguito riportata contiene espressioni forti che si riferiscono a storie di abusi sessuali su minori.

“Mi ero svegliata da poco ed ero ancora a casa della mia amica Giulia, dopo una  notte passata a cercare di riprendere sonno, chiedendomi se ciò che era accaduto fosse reale o solo un incubo. 
Mi votai dall’altra parte del letto e il mio sguardo cadde su una fotografia incorniciata e appesa che avrò visto mille volte in camera sua.
Ma stranamente la guardavo e la vedevo con occhi completamente diversi.  Stavolta di quella foto vedevo l’anima.
Si, vedevo l’anima trafitta e soffocata della mia amica Giulia. In quella foto aveva 11anni. Capelli ricci e occhi verdi insieme ad un sorriso davvero molto bello.
Lei era un po più grande di età di me. Giulia mi trattava non solo come sua amica ma anche come sorella minore. E a me piaceva così. Avevo quasi 14 anni e lei quasi 15.
Passavamo molto tempo insieme. E non era insolito che ogni sabato dopo una giornata passata insieme, alla fine dormissi da lei e ci restassi fino alla domenica sera. Già,  perché il lunedì poi bisognava andare a scuola.
Mi piaceva molto stare a casa di Giulia. Lei era fortunata. La invidiavo. Aveva i genitori più giovani dei miei. 
Erano allegri e divertenti, parlavano e ascoltavano i figli senza urlare, si mangiava molto bene e si ascoltava bella musica da un impianto fantastico, molto diverso dalla radiolina gracchiante che invece avevo io in casa. 
Un altra cosa bella per cui mi piaceva tanto stare a casa di Giulia, era che molto spesso, visto la loro casa molto grande, la domenica seradopo l adunanza, invitavano tanti fratelli per cenare insieme per poi ballare accompagnati da quei bellissimi walzer  o tarantelle o quadriglie. Erano serate molto divertenti e le aspettavo con ansia. 
Ormai facevo parte della famiglia. Per me era un po’ come avere una seconda famiglia. E non era raro che provassi piacere a stare con loro, più che con la mia vera famiglia.
Angelo poi, il papà di Giulia, sapeva tantissime cose su tutto, ed era sempre molto affettuoso e disponibile come lo era con Giulia. L’opposto di mio padre che era invece taciturno e solitario. 
Un giorno però succede una cosa strana. Quel giorno Giulia era silenziosa. Ed io non ero abituata ai suoi silenzi.
Non stavamo zitte un secondo da quante cose avevamo  sempre da raccontarci. Ma quel giorno pareva non avere nulla da dire.
Senza sapere e capire il motivo del suo silenzio, e pensando che forse non stava bene, le dissi che sarei tornata a casa mia. 
“Quando ti senti meglio chiamami che torno”
"No!!” mi dice lei. “Non andare via! Devo dirti una cosa importante e non so come dirtelo......vieni, andiamo in camera mia."
Entriamo in camera e io mi siedo sul letto mentre lei si mette appoggiata alla scrivania. É agitata e farfuglia parole che non capisco. Si ferma. Cerca di calmarsi. 
“Ma cosa succede Giulia? Perché sei così agitata?”
"Mia madre deve partire. Starà via 3 giorni. E io non voglio stare sola a dormire qui a casa con mio padre. Devi venire a dormire qui fino a quando non ritorna mia madre."
“Va bene Giulia vengo a dormire qui. Ma non capisco perché devi essere così agitata e spaventata! Volevi andare con tua madre?”
La vedo fare un lungo respiro, prendere fiato  iniziare a parlare.....
"Sì, mi sarebbe piaciuto andare con mia madre. Ma non è questo il punto. Tu non sai cosa mi è successo. Per quello non mi capisci.  Non é bello quello che ho da dire, e non so neanche come dirlo. Ma adesso ci provo e te lo dico. Non riesco più a tenermelo dentro. Quando avevo 8 anni, mia madre era dovuta partire all improvviso per qualche giorno. Era la prima volta che mi ritrovavo a stare senza di lei.  Mio padre per consolarmi mi dice di stare tranquilla..... ‘vedrai che ci divertiamo anche senza la mamma, e stavolta ti faccio dormire nel lettone con me va bene?’ Siiii papà che belloooo siiiii... Altro che bello! Quel porco maledetto! Se ci penso.... Quando é venuta notte, siamo andati a letto. Abbiamo giocato e riso un po,  e poi ci siamo addormentati. A un certo punto sento la mano di mio padre che mi sveglia mentre mi accarezza. Ma non era la solita carezza. Mi sento a disagio e A un certo punto mi sento togliere il pigiamino e le mutandine. Ricordo il suo strano respiro. Mi sento le sue mani sempre sulla mia passerina come la chiamava lui, e il mio respira si blocca e anche io non mi blocco. Con le mani non si ferma, e me le infila dentro irrigidendomi sempre di più.  Poi mi mette di fianco e dopo poco sento un gran dolore. Urlo e piango ancora immobile e incapace di scappare.... Mi mette una mano in bocca e mi dice ‘Shhhhhhh, fai la buona.....’ Non ricordo più niente di quella notte. Ma la mattina fare la pipi bruciava e io mo sentivo molto strana. Mio padre mi chiama per la colazione. Io mi siedo mentre lo guardo. Mangio in silenzio e poi mi porta a scuola. La notte dopo quel porco mi fa lo stesso lavoretto e così la notte dopo ancora. L’ha rifatto poi altre due volte. Mentre mia mamma era via. Adesso mia mamma deve partire di nuovo.. É da un po che non mi tocca più.  Ma ho il terrore che adesso che mia mamma va via, lui mi possa di nuovo toccare. E io non voglio. Forse se tu rimani con me lui non mi tocca.... Ti prego resta con me....."
Non è che io avessi capito molto bene quello che mi aveva appena  raccontato. Come era possibile che suo padre avesse fatto una cosa così brutta con una bambina piccola e per di più sua figlia? 
Io conoscevo suo padre. Non era cattivo! Io mi fido di lui!
Ma Giulia lo odia e lo chiama porco!
Non dico niente a Giulia su quello che mi ha raccontato. 
Non so cosa dirle. Tranne che resto a dormire con lei.
Lei si sente alleggerita, e io ho una gran confusione mista a pena e incredulità. 
La mamma di Giulia è partita. È notte. Andiamo a dormire. Parliamo qualche ora prima di addormentarci poi spegniamo la luce e sfinite e serene prendiamo sonno.
Durante la notte mi sento battere sulla spalla. Apro gli occhi. Vedo Angelo che mi fa “Shhhhhhh” e mi fa segno di seguirlo. Mi alzo e lo seguo in camera sua che stava di fronte a quella di Giulia  come un automa. 
Chiude la porta. Cerca di toccarmi e di baciarmi. Mi ritraggo spaventata e ripenso al racconto di Giulia.
Gli metto le mani giù impaurita e incapace di reagire oltre e gli chiedo cosa vuole fare e perché mi ha svegliato.
Mi tranquillizza dicendomi che non vuole farmi niente. Voleva solo essere sicuro che io fossi una ragazza "seria". Dice altre idiozie. Mi si avvicina di nuovo, e capisco che é eccitato.  
Mi allontano da lui, e torno in camera. Mi sentivo in un vortice. Mille sensazioni e mille domande.
La mattina dopo, quella bella foto di Giulia che guardavo dentro, nascondeva dietro un sorriso quello che adesso potevo chiaramente vedere. 
Adesso capivo gli sbalzi d umore di Giulia. Adesso capivo perché non amava le coccole di suo padre che io tanto invidiavo....ora tutto era chiaro.
Decido di raccontare a Giulia cosa mi é successo.
La sua risposta é stata : "Maledetto! Quel porco voleva abusare anche di te! Adesso però andiamo a dirlo agli anziani, perché lui deve smetterla di fare queste cose"
Parliamo con l anziano che presiede. Ci ascolta cambiando espressione più volte.
Nessuna parola di conforto tranne che non era colpa nostra....
Ci dice che avrebbero parlato con Angelo e di stare tranquille.
A me dice di non parlare a mia madre di questa storia se no con mio padre che non é un fratello, sarebbe potuto succedere un putiferio.
Mia madre é morta. Non ha mai saputo cosa mi é successo.
Ha sempre avuto per loro un occhio di riguardo fino alla fine.
Angelo non ha ricevuto neanche una riprensione pubblica. 
Il motivo? 
Disse agli anziani che la figlia aveva travisato il suo affetto e che con me aveva solo fatto un test.
La moglie di Angelo, venuta a sapere quanto era accaduto, ci accusa di volerle distruggere il matrimonio. 
Crede al marito.
Anni dopo Giulia ha avuto due bambine e il buon Angelo è diventato ormai nonno. Quando la figlia crede che il padre sia diventato innocuo, abbassa la guardia e sarà allora che il mostro abuserà anche delle due nipotine di 8 e 11 anni.
Agli anziani risponderà di nuovo che è stato frainteso.
La nonna delle due bimbe continuerà a credere al marito.
Giulia peggiorerà sensibilmente la sua fibromialgia di cui soffriva dall adolescenza senza neanche saperlo.
Giulia oggi non può vivere senza farmaco antidepressivo.
Ha provato.
Voleva suicidarsi.
Giulia ha nascosto in fondo al cuore e al corpo la ferita inferta da chi avrebbe dovuto difenderla dal mondo intero.
In aggiunta anche il senso di colpa per non aver protetto le sue bambine.
Io dopo 35 anni, ho ancora vividi nella mente le confessioni di Giulia e il tentato abuso nei miei confronti da parte di chi mi fidavo.....e la mancata sensibilità,  conforto, protezione e giustizia da parte di quei pastori che avrebbero dovuto fasciare le nostre ferite.
Angelo continua ad essere un pedofilo a piede libero che si aggira per le congregazioni.
Daniela”

Commenti

  1. Mio Dio! Ho i brividi. Questa donna coraggiosa che ha raccontato la sua esperienza ha tutto il mio affetto, la mia stima, la mia tenerezza come madre e amica.
    Grazie Eliseo per il tuo lavoro.
    Beatrice

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  2. Scusa, ma non è ancora stato denunciato?

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  3. Complimenti Eliseo questo significa avere gli attributi, queste testimonianze sono la prova che la tanto decantata purezza e intergità morale sbandierata dall'organizzazione non è altro che solo una facciata che si stà dissolvendo come neve al sole, e che il presunto pedofilo lo si disassocia solo se il reato diventa di pubblico dominio, altrimenti lo si nasconde per non infangare il nome di Geova alias organizzazione JW.

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  4. Scusate, voglio capire che il suo dolore l ha tenuto nascosto ma, quando ha abusato delle figlie, perché non l' ha denunciato?

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    1. Da quello che ho capito erano entrambe delle bambine quando è successo. Per anni la cosa è stata tenuta nascosta nella WTS. Hai presente quando ti dicono “non vorremmo biasimare il nome di Geova” e compagnia bella? Lui inoltre negava in toto, facendole passare per delle stupide che non avevano capito. Solo con gli anni capisci che oltre all’abuso fisico hai subito anche reiterati abusi psicologici ed emotivi da parte sia del carnefice, che della stessa organizzazione e persino dei familiari. Pensa che la sorella in questione non ha mai avuto la forza di dirlo nemmeno alla madre che è morta senza sapere mai nulla.
      Queste persone spesso sono inoltre scoraggiare a denunciare dallo stesso sistema giudiziario italiano, che prescrive il reato di pedofilia dopo dieci anni, il che è una cosa oscena.
      Ecco la ragione di questi post: dare coraggio, per cominciare a far sentire la propria voce soffocata da anni di abusi di ogni tipo, da parte di amici, parenti e persino familiari stretti e consanguinei. È ora di dire come stanno le cose e di sollevare la testa senza più sensi di colpa e paure. E credo che insieme si possa fare molto meglio.
      Un caro abbraccio

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  5. Daniela mi ha scritto dopo aver visto le vostre domande.
    Mi ha detto che la mamma di Giulia soffre di grave depressione. Suo marito a causa di una malattia degenerativa rischia di finire su una sedia a rotelle.
    Non l’ha denunciato per il timore che sua madre potesse fare qualche gesto pericoloso che aggravasse ancora di più la situazione già di per sé molto provante. Il padre delle bimbe invece avrebbe voluto ammazzarlo. Ha divorziato da Giulia e non si è più fatto vedere.

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  6. Naturalmente chi è fuori dalla situazione vede le cose in modo semplicistico: perché non ha denunciato? Perché ha permesso al nonno di stare con le bambine?
    Dal di fuori è tutto semplice. Quello che Daniela deve sapere è che siamo indignati con tutto/ tutti quello che ha reso possibile ciò.

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    1. Grazie anonimo per averci ricordato che dobbiamo smetterla di giudicare il comportamento altrui; specialmente dobbiamo smetterla di giudicare la vittima.
      La vittima non deve giustificare il suo comportamento ne tantomeno le sue scelte.
      Mentre il carnefice deve pagare. È iin questa storia così come in tantissime altre il carnefice non paga mai. Il sistema messo in atto dalla wts lo protegge e gli permettw, cosa ancor piu grave, di reiterare il suo crimine

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  7. Difficile commentare traumi di questo tipo che non accennano a diminuire nel tempo.
    Difficile il cammino verso la guarigione.
    Difficile capire quali dinamiche interne alla famiglia, impediscono di denunciare.
    Come fanno due ragazzine a denunciare un reato, quando la stessa madre non crede al fatto?
    Quanto coraggio e consapevolezza serve per mandare un padre in galera qualche anno, sapendo che questo non cambierà la sua perversione?
    In cambio ci sarà un marchio a fuoco per sempre sulla vittima più che sul carnefice.
    Si, perché se il carnefice sembra una persona insospettabile e ben vista, ci sara sempre il dubbio che sia stato accusato falsamente da due ragazzine dallo spiccato senso di fantasia. E diciamolo, non é ne bello ne facile esporsi al pubblico.
    E i panni sporchi si lavano sempre in famiglia. Sperando vengano lavati. Spesso vengono solo ripiegati e messi in un cassetto inaccessibile per la fastidiosa puzza che emanano.
    Come la famiglia protegge il suo buon nome davanti a tutti, sacrificando la piccola vittima, così fa la Wts. Il problema é che nella loro posizione é inammissibile un comportamento del genere, per mille problemi che tutti abbiamo ben chiaro in mente.
    E intanto si raccolgono le macerie e si contano i danni, come la storia di Giulia dimostra.

    Daesy.




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    1. Un sabato pomeriggio (fine anni '90) ci eravamo trovati tra alcuni giovani a fare una passeggiata al parco del Valentino a Torino. Una sorella da poco rientrata dalle ferie, aveva raccontato di un pedofilo non denunciato, ma obbligato a trasferirsi di congregazione, e questo racconto aveva creato due fazioni, c'era chi giustificava per il solito motivo di non creare biasimo ecc, e chi non tollerava, tipo me difatti avevo chiesto a tutti se nel caso il tipo fosse arrivato nella propria congregazione e avesse predato uno dei nostri (futuri) figli, con chi ce la saremmo presa, con lui o con la dirigenza WT? Questa disputa mi aveva portato a chiedere il giorno dopo, risposte ad un anziano, il quale mi disse che siamo in guerra teocratica. Una notizia di pedofilia così negativa, se resa di pubblico dominio avrebbe allontanato incalcolabili persone dal conoscere la "verità" e in ultima analisi, dal salvarsi e ottenere la vita eterna. Avrebbe fatto inciampare anche qualche fratello debole nella fede. Come risposta non mi aveva soddisfatto, ma poteva avere un minimo di senso: nel nuovo mondo le sofferenze delle vittime sarebbero state ripagate enormemente, avendo permesso a più persone di entrare nella famosa "arca". Dei martiri insomma, degli eroi che nei film vengono elevàti perchè col loro sacrificio hanno salvato altre vite umane. Peccato che oggi, con la visione disincantata che ho raggiunto, riesco solo a riconoscere una strategia di marketing, l'azienda editoriale non poteva permettersi di perdere nuovi clienti, consumatori di letteratura e mucche da mungere tramite contribuzioni volontarie. Le grandi aziende spendono enormi cifre in pubblicità perchè sanno per certo che i guadagni saranno superiori. In modo inverso avviene per la pubblicità negativa, fa perdere profitti. La vita di una persona o la sua sofferenza, in questi grandi ingranaggi è ben poca cosa. Oggi mi spiego anche perchè alcuni fratelli sono stati espulsi per aver denunciato gli abusi, è stato un forte ed efficace deterrente. Non serve nemmeno che abbiano scritto sulle ultime riviste che si può denunciare, quando i fratelli non osano nemmeno chiedere i danni in caso di infortuni in sala del regno, per non recare danno alla santa mamma WT.

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    2. Assuero mi fai venire in mente Geremia 7:30, 31

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  8. Questa storia mi sembra una bugia e comunque se fosse vera hanno sbagliato a non denunciare.mi sembra strano che l'anziano abbia detto:Non dirlo alla mamma???Poi se una é stata violentata dal padre dopo gli affida i suoi figli???

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    1. Perdonami Anonimo, è buono usare un nickname alla fine del commento, un nome inventato, magari nei prossimi commenti.
      Per quanto riguarda questa storia, non hai la minima idea di quanta sofferenza emotiva sia costata metterla per iscritto da parte di Daniela che me l’ha affidata. Ritengo poco rispettoso per la sofferenza e gli abusi subiti da Daniela e da Giulia sollevare dei dubbi senza sapere nulla di loro. Se hai delle domande sei libero/a di farle, magari evitando di emettere giudizi a priori su persone che non conosci e sofferenze che non hai passato. Come vedi in questo blog non applico censure, ma non permetto di calpestare la dignità degli esseri umani in questo spazio.
      Alcuni dettagli troppo personali sono stati volutamente tralasciati nel raccontare la storia per evitare di fare identificare facilmente i protagonisti della vicenda (se il mondo è piccolo, quello dei TdG lo è ancora di più). Se vuoi saperne di più puoi scrivermi in privato oppure riformulare in questo luogo le domande in una forma più rispettosa per le vittime.
      Questa storia, caro Anonimo, è tristemente reale e ha distrutto delle vite. Non essere cinico come la WTS.
      Grazie di cuore.
      Un abbraccio,
      Eliseo.

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