MATTEO CAPITOLO 18, OVVERO COME TRATTARE I PECCATI? COME UNA TRIBÙ

(By Corrado Palazzi)

Non voglio in questo commento trattare dettagliatamente il capitolo 18 di Matteo sulla questione peccato. La WTS lo ha sbrigativamente associato al trattare peccati tra individui riducendolo al campo della truffa e della calunnia.
È in qualche maniera correlato con Giacomo capitolo 5, nel senso che la WTS distingue tra peccati risolvibili tra individui e peccati che la congregazione (vista come anziani) deve affrontare. Ovvio che anche qui ho sentito fratelli  nel versetto 15 del cap. 18 di Matteo “Inoltre, se tuo fratello commette un peccato,” aggiungere l’espressione “contro di te” inesistente nel testo. Volevo solo farvi notare ciò che accade nella tribù Babemba e come questa tribù Bantù del Sudafrica perdona.

Nella tribù Babemba del Sud Africa, quando una persona agisce irresponsabilmente o ingiustamente, viene posta al centro del villaggio, da sola e senza legami. Tutto il lavoro cessa, e ogni uomo, donna e bambino nel villaggio si riunisce in un grande cerchio attorno all'individuo accusato.

Quindi ogni persona nella tribù parla all’accusato, uno alla volta, ognuno dei quali ricorda le cose buone che la persona al centro del cerchio ha fatto nella sua vita. Ogni episodio, ogni esperienza che può essere richiamata con ogni dettaglio e precisione, viene raccontata. Tutti i suoi attributi positivi, le buone azioni, i punti di forza e le gentilezze sono recitati con cura e lungamente. Questa cerimonia tribale dura spesso diversi giorni.
Credono nella bontà dell’uomo e della persona. Quando qualcuno commette degli errori è visto come un grido di aiuto. Tale cerimoniale ha lo scopo di riconnettere l’individuo alla sua bontà naturale
Alla fine, il circolo tribale è rotto, si svolge una gioiosa celebrazione e la persona è simbolicamente e letteralmente accolta nella tribù.
Meraviglioso.

Mi riecheggiano le parole del Cristo, e il significato delle stesse al versetto 17: “Se non li ascolta, parla alla congregazione” (Matteo 18:17), con ovviamente riferita a tutti gli appartenenti alla locale “tribù” congregazione. Le informazioni che ho trovato sulla tribù Babemba non mi dicono cosa accadrebbe se chi ha sbagliato non ascoltasse nemmeno la tribù. Ma credo che, visto l’approccio positivo e lo scopo finale di questo cerimoniale, credo che in rari casi l’accusato non avrebbe ascoltato.
Gesù e Geova conoscevano e conoscono come siamo fatti. Il fatto che tribù lontanissime dalla conoscenza del cristianesimo facciano cose “cristiane” mi fa capire come esse sono “legge a se stesse” e come nell’animo umano vi sia un comune denominatore, che il Cristo ha voluto tirar fuori e che era l’amore. Non credo che comitati giudiziari, strette cerchie di 3 o 4 persone, corrispondano all’esercizio dell’amore insegnato da Cristo e imitato da una tribù sconosciuta in mezzo all’Africa.

Commenti

  1. E' molto romantico questo modo di affrontare il problema "peccati", credo però che vada fatto un distinguo: purtroppo sono poche le persone che manifestano quanto scritto sopra
    "Quando qualcuno commette degli errori è visto come un grido di aiuto".
    Io ho l'impressione che i peccati vengano commessi per puro interesse personale, dalla mia piccola esperienza anche tra fratelli c'è chi vuole aver ragione davanti a torti palesi, e non mi sembrano affatto gridi d'aiuto, ma molto più realisticamente arroganza, spirito carnale ed egoismo. Voglio dire che questi potresti anche prenderli e metterli in mezzo all'intera congregazione lodandoli, ma così si sentirebbero ancora più giustificati nelle loro azioni.
    Perchè il problema non sarebbe il non ascoltare, ma il fregarsene altamente, cosa che avviene ahimè già per alcuni nominati, che vengono spesso elogiati, ma la cosa non sortisce alcun effetto, e continuano nelle loro faccende. Purtroppo in ogni forma di aggregazione sociale ci vogliono delle regole, e dei metodi per allontanare, o differenziare chi con la propria condotta può rovinare l'immagine del gruppo o danneggiarlo. Certamente fa la differenza il modo di attuare tali provvedimenti. Non si tratta di essere cinici, ma credere sempre nella bontà dell'uomo può portare a risultati drammatici. Anche nelle famiglie più unite a volte è necessario prendere provvedimenti drastici, perchè un componente può trascinarsi dietro tutti i familiari nel suo oblio, ed è dimostrato che non basta amarlo, lodarlo e trattarlo bene.

    RispondiElimina

Posta un commento

Lascia il tuo commento, se lo lasci in modalità anonima ricorda di mettere un nickname :-)