ULTIMISSIMA: FINE DEFINITIVA DELLA RACCOLTA DATI!

È datata 13 maggio 2019. Si tratta della lettera a tutte le congregazioni che ha per oggetto “Regolamento generale sulla protezione dei dati”, che assesta (nel caso ce ne fosse bisogno) l’ennesimo definitivo colpo alla predicazione di casa in casa (perché? Si fa ancora? Non si va solo ai trolley oggigiorno?)

Vi riporto la parte clou della lettera, evidenziandone alcune parti con il grassetto:

“... recenti sentenze emesse da alcuni tribunali e l’entrata  in  vigore del Regolamento generale sulla protezione dei dati (GDPR) hanno avuto  delle  ripercussioni sulla raccolta e sul trattamento dei dati personali nel territorio della nostra filiale. Di riflesso tutti i suggerimenti dati in precedenza sulle note da  prendere nel ministero non sono più validi (Rom.  13:1). I  proclamatori, quindi, non  potranno più raccogliere dati  personali in relazione al ministero di campo. Questo  significa che non si potranno conservare dati tra cui nome e  cognome della persona, indirizzo, lingua, razza o etnia, ecc. Significa anche che non  si potrà più prendere nota degli indirizzi di persone che sono assenti. Anche se non  potranno raccogliere dati  personali, i proclamatori sono  incoraggiati a coltivare comunque l’interesse.  Potranno farlo  (1)  fornendo  i  propri recapiti alla persona  interessata e prendendo  accordi per una visita ulteriore, (2) fornendo alla persona l’indirizzo del luogo più vicino in cui si tengono adunanze di congregazione o (3) indirizzando la persona a jw.org. In via eccezionale, se la persona chiede di non ricevere altre visite in casa sua, il proclamatore dovrà preparare una nota che riporti solo la data e l’indirizzo e inserirla nel  territorio in modo che i proclamatori che in futuro  predicheranno in quella zona  non si rechino a quell’indirizzo.”

Nel post scriptum per gli anziani non ci sono i soliti trucchetti del tipo “dite ai proclamatori di continuare a prendere note personali senza scrivere questo o quello” ma solo indicazioni sulle dimensioni dei territori (che dovranno essere ridotte) e di togliere persino elenchi delle persone che parlano lingue straniere.

Interessante il riferimento a “sentenze emesse”. Quando non si teme di perdere troppo la faccia, sembra che si possa parlare delle sentenze emesse. Attendiamo il giorno in cui si parlerà delle sentenze emesse per pedofilia, con relative condanne e pagamento dei risarcimenti. Tanto di faccia da salvare non ne è rimasta.

Quali altre implicazioni ci vedete?

Un abbraccio affettuoso 

Eliseo