L'AUTOSTIMA

(By Corrado Palazzi)
Con il suo permesso posto una lettera di un consapevole anonimo, che mi ha molto colpito e spero arricchirà il lettore.

< Purtroppo quando un TdG (ndr: Testimoni di Geova)  lascia la sua organizzazione si ritrova privato della sua autostima. Per meglio dire si ritrova con l’autostima disattivata.
Per anni una persona vive costantemente con l’approvazione esterna, prima e dopo ogni azione o decisione. Le conseguenze sono piuttosto gravi perché una persona perde la propria capacità decisionale, non è contenta perché qualcun altro ha deciso che non deve fare una cosa oppure si arrabbia perché qualcun altro dice che quello che ha fatto non va bene. Che bel casino!
Per esempio, se mi piace correre posso farlo? La risposta, in questo e in molti casi, sarà sì, ma dipende ...
Dipende da cosa?

Quanto tempo andrai a correre?
Con chi andrai a correre?
Perché vuoi andare a correre?
Dove andrai a correre?
Questa attività influenzerà le tue attività teocratiche?
Cosa penseranno gli altri, che ti vedranno correre?
Soprattutto cosa penserà Dio?

Una decisione semplice diventa una decisone complicata. Le motivazioni esterne diventano più importanti delle tue motivazioni personali.
Da bambini impariamo a camminare. Ci buttiamo. Cadiamo. Ci rialziamo. Ricadiamo. Ci facciamo male. Ma l’autostima di un bimbo è a livelli incredibili. Non guarda chi già cammina, non si paragona, vuole solo camminare e fa di tutto per riuscire a farlo. Gli altri ridono, lo prendono anche in giro, lo sgridano, gli dicono cosa fare e cosa non fare.

Il bambino non ascolta nessuno. I risultati gli fanno capire cosa fare e cosa non fare. La sua mente è attivamente concentrata sull’obiettivo.  Con la crescita quell’autostima può essere  mantenuta, accresciuta oppure disattivata. Ma è sempre li dentro, dentro quel bambino.
Basta andare a riattivarla.  Ripensare al nostro bambino ci può aiutare. Serve un po’ di fiducia in se stessi e poi un po’ di coraggio per buttarsi.
Un po’ come quando sei a bordo piscina e pensi:
“L’acqua sarà calda, oppure fredda? Perché non si butta nessuno? Se mi butto cosa penseranno quelli a bordo piscina?”
Se non ti butti appena lo hai deciso, non ti butti più.
Se aspetti l’approvazione esterna rimani bloccato.

Come detto prima, appartenendo ai TdG abbiamo sempre avuto bisogno dell’approvazione, prima o dopo un’azione o una decisone. Ora siamo solo noi a scegliere e decidere. All’inizio sembra strano. Ci vuole solo un po’ per abituarsi.
Certo non vuol dire buttarsi senza pensare alle conseguenze. Piuttosto vuol dire voler riprendere in mano se stessi e avere il poter decisionale.
Come un percorso a tappe, ogni tappa (decisione) accresce l’autostima e si sente quella sensazione di soddisfazione: “Ci sono riuscito, da solo”.
Questa è la linfa per riattivare l’autostima. Accettare poi di poter anche sbagliare servirà a mantenere l’autostima. Ti senti meglio.

Quando ho deciso di non andare più in sala, non è stato facile. Non nascondo che ci ho messo un anno per decidere. Avevo stabilito una data. Avevo un po’ di paura, mi sembrava di non avere più i punti di riferimento perché non era abituato a far riferimento a me stesso.
Il pensiero che mi ronzava in testa era che il cuore è ingannevole. Però tutte le volte che non avevo ascoltato il mio cuore, ma la mente, le decisioni che avevo preso non erano giuste. Ho imparato ad ascoltare il mio cuore e piano piano la paura di decidere se ne è andata. Sono saltato in acqua.
Ho imparato a gestire la sensazione dell’acqua fredda e a nuotare per andare avanti. Ragazzi che sensazione meravigliosa. E così sono arrivate altre decisioni, ho riscoperto la mia autostima.
Ho sentito il mio bambino interiore essere di nuovo felice e vivo.
Ho sentito di nuovo la vita nelle mie mani.
La paura se ne è gradualmente andata. Mi sento più vicino a Dio e all’universo, in armonia con me stesso, con gli altri e con tutto ciò che mi circonda.
E’ una nuova vita. Penso che questa sia la verità, che questa sia la libertà, che sia lo scopo della vita …ritrovare se stessi e vivere ascoltando il proprio cuore, amando noi stessi e di conseguenza gli altri.
Questa è l’autostima! >

Commenti

  1. Ho passato 25 anni nell'organizzazione imparando a nascondere, negare o sminuire l'importanza di ogni mio sentimento. A piccoli passi mi dirigo verso l'uscita con lo sguardo incerto di un bambino lacerato ma non distrutto. Sto imparando a dare rispetto e attenzione ad ogni desiderio soffocato perché è mio DOVERE cercare di realizzarlo. Ora posso finalmente pensare a me come persona degna, capace, unica.

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  2. Caro consapevole anonimo, la tua lettera , come si dice a battaglia navale, mi ha colpito e affondato!!! Personalmente una sana dose di menefreghismo mi ha sempre aiutato a non farmi troppi problemi: una volta un collega di lavoro mi definì un tdg anomalo. Ma ciò non toglie che questa è la realtà che viviamo quando iniziamo a diventare consapevoli: la "verità" piuttosto che viverla la soffriamo... Grazie ancora.

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  3. Chi diviene consapevole, ha l'autostima non del tutto disattivata: c'è abbastanza amor proprio per non accettare più certe situazioni. Anche io come @Ebrei 5:14 mi sento dire dai colleghi di lavoro che sono diverso dagli altri TdG, fino ad ora non avevo mai capito bene se fosse un male o un bene. Mi sono riappropriato delle mie passioni: astronomia e musica.

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