UNO “STRANO” ENDORSEMENT PER “TDG CONSAPEVOLI”

In seguito alla pubblicazione del Rapporto dell’Università di Utrecht (https://www.wodc.nl/onderzoeksdatabase/3010-aangiftebereidheid-binnen-de-gemeenschap-van-jehovaes-getuigen.aspx), i Testimoni di Geova dei Paesi Bassi hanno incaricato Holly Folk, Massimo Introvigne e J. Gordon Melton di scrivere una sorta di “parere dell’esperto” a difesa dell’organizzazione e che mettesse in evidenza tutti i possibili errori commessi dai ricercatori di Utrecht.

Il documento è pubblico, scritto in lingua inglese ed è disponibile sul sito del Governo Olandese, all’indirizzo ufficiale:

https://www.rijksoverheid.nl/binaries/rijksoverheid/documenten/rapporten/2020/01/23/tk-bijlage-1-expert-opinion/tk-bijlage-1-expert-opinion.pdf

A beneficio di tutti coloro che avrebbero difficoltà con l’inglese, abbiamo tradotto l’intero documento in italiano, disponibile in PDF al seguente link: https://www.docdroid.net/R8Exfq6/expert-opinion-ita.pdf

Ciò che ci ha fatto specie è che, all’interno del loro documento, tra le miriadi di pagine internet, forum e blog di denuncia nei confronti dell’organizzazione dei TdG , che costellano il web, i tre accademici abbiano scelto di menzionare proprio il nostro blog “Testimoni di Geova Consapevoli”.

Siamo grati della pubblicità gratuita, tuttavia non possiamo fare a meno di condividere le loro argomentazioni con i nostri lettori e di entrare nel merito delle argomentazioni.

Con questo articolo a quattro mani, Eliseo e Corrado entreranno nel merito sia delle accuse pervenute a questo blog che dei goffi tentativi dei tre accademici di difendere la WTS, screditando il lavoro dei ricercatori di Utrecht.

Per chi non avesse tempo e occasione di leggere, l’intero documento in PDF, ne riassumiamo di seguito il contenuto:

Par. 1-5: i tre studiosi elencano competenze, titoli, collaborazioni, libri, eccetera...

Par. 6-12: problemi metodologici. Lodano l’onestà intellettuale e l’integrità professionale dei ricercatori di Utrecht, ma tentano di mostrare delle debolezze nei metodi di ricerca. Poiché i ricercatori, oltre alle interviste in persona, si sono avvalsi anche di questionari online, Introvigne e colleghi sostengono che dei troll avrebbero facilmente falsificato i questionari, nonostante le eventuali precauzioni dell’Università. Tra questi troll, ci sarebbero “gruppi di patrocinio ben organizzati”, tra i quali additano in responsabili del blog italiano Testimoni di Geova Consapevoli. Inoltre, sostengono che le opinioni degli ex membri della religione sono impregnate di “pregiudizio”, sollevando dunque dubbi sulla validità delle loro risposte.

Par. 13-22: i risultati, “comunità chiusa”. Si sostiene che i TdG non siano una comunità chiusa, o perlomeno non meno di Islam e Chiesa Cattolica.

Par. 23-26: abusi sessuali tra i TdG. Si sostiene che negli ultimi anni i TdG abbiano messo in atto una serie di cambiamenti in relazione alla gestione dei casi di pedofilia e che l’insoddisfazione della gestione sia dovuta alla percezione soggettiva degli individui vittime della pedofilia.

Par. 27-30: raccomandazioni. Obbligo di denuncia per tutti i casi di abuso. Si ritiene “ingiusto che i Testimoni di Geova debbano "presentare una relazione annuale" su come gestiscono gli abusi sessuali”, perché alle altre comunità non è richiesto. Non si è d’accordo sulla “raccomandazione di consentire alle donne di "avere ruoli decisivi" nella gerarchia della loro comunità a tutti i livelli”. E infine si sostiene che i TdG “sono una comunità fragile, più esposta di altre a calunnie e stereotipi”, “il gruppo più preso di mira dalla letteratura anti-setta e dalla propaganda in Europa”.

Il primo argomento dunque è di tipo complottista.

Tant’è che, al paragrafo 9, i tre autori hanno bisogno di specificare che non intendono sostenere “semplici teorie del complotto” (excusatio non petita). Dietro ai problemi metodologici ci sarebbe il pericolo dei troll. Definiscono i blog come questo (citandolo direttamente, con tanto di indirizzo web) “gruppi di patrocinio ben organizzati” e “organizzazioni qualificate”. Dopodiché si spingono fino ad associare questi blog alla Russia, sostenendo che questi abbiano l’intento di fare propaganda anti-geovista creando falsi account e tutto ciò che serve per mettere i TdG in cattiva luce.

Ai tre autori (e ai vertici WTS che ci leggono), siamo qui per confermare quello che a nostro avviso sanno benissimo: siamo un manipolo di uomini che lottano a mani nude per fare luce su ciò che questa organizzazione ha nascosto per decenni e continua a nascondere ai propri adepti, in particolare per quel che attiene alle sue vicende giudiziarie che riguardano la tutela dei minori. È un fatto che quando questi vengono a conoscenza di certe questioni che erano state loro occultate e cominciano a chiedere lumi ai propri anziani, sorveglianti o scrivendo alla Filiale del proprio paese, vengono etichettati come soggetti deboli e spiritualmente pericolosi. Se continuano su questa scia e parlano di queste cause ad altri confratelli, vengono disassociati e ostracizzati da tutti gli affetti, inclusi i parenti e i familiari. Questa è la semplice realtà dei fatti. Se agli autori sfuggono questi meccanismi, o risulta comodo ignorarli o non vi è la necessaria conoscenza e competenza per parlare dell’organizzazione dei TdG.

La questione della disassociazione ci porta al nocciolo della questione. 

Al paragrafo 17 si utilizza la fallacia dell’argomento fantoccio (utilizzato in altre parti della trattazione, a proposito di errori logici imputati ai ricercatori di Utrecht), tentando di confutare la questione proponendone una rappresentazione errata e distorta. Riteniamo imbarazzante l’argomentazione di correità secondo cui “gli apostati dell'Islam dovrebbero essere uccisi”. Per non parlare della citazione di Deuteronomio 13: 6–16 che “permise agli ebrei di uccidere gli apostati esclusi dalla comunità”. 

Fortunatamente, la civiltà si è evoluta. Se vogliamo prendere a modello di civiltà il mondo dell’Islam radicale e dei talebani, allora lasciamo cadere ogni discussione. Se invece vogliamo parlare di quello che nel 2020 ancora accade in una società all’avanguardia come quella olandese, non possiamo non rimanere indignati di fronte alla mancanza di rispetto per la dignità umana che caratterizzano le pratiche come l’ostracismo. Avevamo già mostrato in questo blog la dissonanza tra quanto richiesto dai vertici dei TdG con l’ostracismo ai propri amici, parenti e familiari e quanto dichiarato il 10 dicembre 1984 dall’Assemblea Generale delle Nazioni Unite nella “Convenzione contro la tortura e altre pene o trattamenti crudeli, inumani o degradanti”.

Il primo articolo della Convenzione definisce così il termine tortura:

“il termine «tortura» designa qualsiasi atto con il quale sono inflitti a una persona dolore o sofferenze acute, fisiche o psichiche, segnatamente al fine di ottenere da questa o da una terza persona informazioni o confessioni, di punirla per un atto che ella o una terza persona ha commesso o è sospettata di aver commesso, di intimidirla od esercitare pressioni su di lei o di intimidire od esercitare pressioni su una terza persona, o per qualunque altro motivo basato su una qualsiasi forma di discriminazione, qualora tale dolore o tali sofferenze siano inflitti da un funzionario pubblico o da qualsiasi altra persona che agisca a titolo ufficiale, o sotto sua istigazione, oppure con il suo consenso espresso o tacito.” (Il grassetto è nostro)

L’ostracismo è una pratica di tortura che ferisce chi la pratica e chi la subisce. 

Ancora una volta, si manifesta una mancanza di conoscenza delle dinamiche interne alla setta, quando nella relazione si afferma: “come esplicitamente dichiarato nei documenti ufficiali dei Testimoni di Geova, nessuno dovrebbe essere disassociato per aver segnalato un caso di abuso alle autorità secolari”.

Nel libro “Pascete il gregge di Dio” (dai tre autori citato in modo colpevolmente parziale) al capitolo 12 punto 39 si legge che tra i motivi di disassociazione con conseguente ostracismo c’è “Fomentare divisioni, promuovere sette: [...] Si tratta di azioni deliberate che infrangono l’unità della congregazione o indeboliscono la fiducia dei fratelli nell’organizzazione di Geova.”

Ovviamente a parole la WTS si tutela dicendo “aborriamo gli abusi sui minori” e mettendo per iscritto che “la vittima, i suoi genitori o chiunque altro riferisca una tale accusa agli anziani dovrebbe essere chiaramente informato che hanno il diritto di denunciare la questione alle autorità secolari. Gli anziani non criticano nessuno che scelga di fare un simile rapporto”.

La realtà dei fatti è che spesso invece si chiede di “lasciare le cose nelle mani di Geova”. E se qualcuno dovesse fare qualunque cosa “infranga l’unità della congregazione” ne sarebbe allontanato. Conosciamo personalmente situazioni di questo genere. O si finge di non saperlo, o ancora una volta si manifesta scarsa conoscenza e competenza di queste dinamiche. Peraltro, la citazione fatta dal libro “Pascete il gregge” in cui si dice che si può denunciare anche se “l’accusa non è dimostrata” è totalmente decontestualizzata.

Ai tre autori è stato fornito il libro per intero o delle citazioni parziali da usare per l’arringa?

Quella parte non si trova al capitolo 14 “Abusi su minori”, ma al capitolo 12 punto 24 “Frode, calunnia”.

Si tenta di screditare il racconto dei fuoriusciti con il banale accostamento al vissuto di un divorzio, quando c’è una sconfinata letteratura scientifica in ambito sociologico e psicologico sul tema dell’esclusione sociale e delle sue conseguenze sulla salute della persona (vedi ad es. Williams, Forgas e Von Hippel). Peccato che questa venga taciuta da Introvigne e colleghi.

Informarsi più a fondo basterebbe per capire la magnitudo della tortura che l'ostracismo della Chiesa dei Testimoni infligge a chi ha semplicemente cambiato idea. Visto che un tool essenziale del sociologo è l'analisi statistica che deriva da dati statisticamente significativi, invitiamo il dottor Introvigne e gli altri due autori a scorrere le pagine di reddit all'indirizzo https://www.reddit.com/r/exjw/. Alcuni numeri: 

- 46.400 iscritti

- 250k lettori giornalieri

Sicuramente leggere alcune di queste pagine (ottimamente moderate con censure su linguaggi non appropriati) mostrerebbe che meriterebbero da parte dei tre autori una analisi sociologica quantitativa e qualitativa.

Famiglie distrutte, figli allo sbando, sofferenza acuta, sino al suicidio. Il tutto senza che una sola parola di tutto questo giunga all'orecchio dei comuni Testimoni.

E' impressionante il numero di PIMO (“physically in, mentally out”) ospitati da questo sito, esclusivamente anglofono, che la dice lunga sulla crudeltà di queste pratiche. Non pretendiamo di dirlo noi, ma una persona emerita come il Giudice Peter McClelland (presidente della Commissione Reale Australiana), il 10 marzo 2017, definì “crudele” l’ostracismo dei vertici dei Testimoni di Geova.

Un’altra affermazione difficile da accettare è quella che i TdG non siano una comunità chiusa, arrivando a sostenere che se lo sono i TdG anche la Chiesa Cattolica lo è.

Ravvisiamo con sgomento il netto cambiamento di opinione del professore Introvigne su questo punto. 

Egli infatti, al Meeting di Rimini, il 28 agosto 1990, sosteneva: 

“Cito tre reazioni rapidamente che stanno dietro alla nuova religiosità. La prima è la tentazione della fuga, la tentazione reattiva. Di fronte alla società complessa ci si rifugia in isole che tagliano tutti i ponti con la società. Così certamente non si è del mondo ma non si è più neppure nel mondo. Sono i regni separati che dei gruppi che si isolano dal contesto sociale, come i Testimoni di Geova per esempio, tendono sempre di più a costruire”.

(https://youtu.be/7WbEsulYs34dal minuto 13 in avanti).

Non comprendiamo cosa abbia fatto cambiare opinione al dottor Introvigne.

Si manifesta da parte degli autori una evidente superficialità nel giudizio. Che cosa stabilisce che i Testimoni di Geova non siano una comunità chiusa?

Seppure i tre autori dicano che alcuni di loro abbiano frequentato i TdG, non sembra che si rendano conto che, dalle stesse pubblicazioni ufficiali dei Testimoni, la proibizione di partecipare a momenti di inclusione comunitaria, come le feste (religiose o laiche), attività extrascolastiche o extralavorative, voto politico a tutti  i livelli, il frequentare esclusivamente i loro correligionari, i matrimoni all'interno della chiesa stessa e non ultimo l'ostracismo "modulato" in relazione al grado di spiritualità dell'adepto, l'assenza assoluta della critica e del contraddittorio, parlano chiaramente di una comunità chiusa.

Per essere riconosciuto come Testimone di Geova, parte dunque della comunità, occorre superare degli step: “studiare” le loro pubblicazioni con un Testimone battezzato, iscriversi alla Scuola di Ministero Teocratico, diventare proclamatore non battezzato e poi, solo dopo aver superato tutti questi filtri, battezzarsi.

Ad ognuno di questi step si tengono più colloqui con i pastori locali, che cercano di capire se la persona è “idonea”, ovvero se sta applicando una serie di regole interne. Il libro edito dai Testimoni di Geova “Organizzati per fare la volontà di Geova” a pagina 70, riporta alcune di queste regole o “requisiti” per diventare “proclamatore”. Uno di questi dice appunto: “Comprende l’importanza di evitare cattive compagnie” Nel trattare questo punto, gli anziani si accertano che la persona abbia tagliato i ponti con i suoi amici “del mondo”, ovvero non testimoni di Geova.

Decine di volte questo concetti vengono ribaditi nelle riviste e nei discorsi svolti durante le riunioni dei TdG (il grassetto è nostro):

“Avere contatti non necessari con le persone del mondo può rivelarsi disastroso” (Il Ministero del Regno 12/93)

“Scegliere male lo svago o trascorrere troppo tempo con colleghi di lavoro o compagni di scuola che non hanno alcun rispetto per i giusti princìpi non è affatto una cosa innocua. Facciamo bene a limitare il tempo che trascorriamo con persone negative o che promuovono uno spirito indipendente.” (Torre di Guardia 15 febbraio 2012)

“Non sarebbe altrettanto pericoloso — per non parlare della perdita di tempo — ‘partecipare a feste’ o ‘bighellonare’ con compagni di scuola che non sono cristiani?” (Svegliatevi! 8 novembre 1986)

Poi si passa a parlare dell’argomento degli abusi sessuali. I cambiamenti avvenuti negli ultimi anni a cui si fa riferimento sono stati effettuati proprio in seguito alle pressioni della Commissione Reale Australiana e con scarsi risultati pratici. 

Al paragrafo 24 si sostiene che “I Testimoni non sponsorizzano né organizzano scuole domenicali, educazione al catechismo, scuole materne o altre attività in cui i bambini sono separati dai genitori”. Questo è tratto (e i tre autori lo omettono) dal documento “LA POSIZIONE DEI TESTIMONI DI GEOVA IN MATERIA DI TUTELA DEI MINORI IN ARMONIA CON LA BIBBIA” (disponibile al link https://www.jw.org/it/news/sviluppi-legali-diritti-umani/risorse-legali/informazioni/materiale-posizione-testimoni-di-geova-tutela-minori/)

Il paragrafo 7 dice: “Le congregazioni dei Testimoni di Geova non separano i figli dai genitori per fini educativi o per lo svolgimento di altre attività”

Questo è falso. 

I Testimoni di Geova sono noti per l'opera di predicazione a due a due. Si può spesso notare un Testimone di Geova andare di porta in porta con un bambino. Questo bambino non è necessariamente un parente dell'adulto. Anzi, può capitare spesso che non lo sia. Quindi, i Testimoni di Geova organizzano attività (l’attività di predicazione) in cui i bambini sono separati dai loro genitori. Il seguito del ragionamento dunque non è applicabile ai Testimoni di Geova.

Un altro bias o red herring, una falsa pista, si ravvisa nel paragrafo 25. Si evidenziano i cambiamenti che per ora sono solo sulla carta. Tali cambiamenti sono stati abilmente scritti in linguaggio molto ambiguo. In nessuna pubblicazione ufficiale al pubblico o agli adepti viene menzionato che , ad esempio,  l'eventuale denuncia alle autorità, anche in caso di obbligo di legge, deve sempre essere preceduta da una comunicazione telefonica con la Filiale locale in attesa di istruzioni. Pensiamo che questo si commenti da solo. Ovviamente i tre accademici questo non lo menzionano. Alcuni miglioramenti sono su una base così ovvia che non appaiono che scontati, come quello di non mettere la vittima a confronto con il presunto carnefice, cosa da abc del buon senso.

Sostenere al paragrafo 26 che l’insoddisfazione della gestione sia una percezione delle vittime è imbarazzantemente tautologico. La soddisfazione è per definizione una percezione, un gradimento personale. Era proprio questa percezione che gli studieosi di Utrecht intendevano misurare, non per dare un punteggio assoluto ma per confrontare i livelli di soddisfazione quando i casi vengono gestiti internamente rispetto a quando vengono gestiti dalle autorità. Ciò che infatti Intovigne, Folk e Melton si guardano bene dall’evidenziare è la differenza di soddisfazione nei confronti della gestione da parte della polizia (che riceve un punteggio medio di 6,4) rispetto alla gestione interna dei TdG (che riceve un punteggio di 3,3).

Inoltre, dopo aver tentato di screditare la validità dei questionari in tutta la prima parte del documento, non si comprende come si possa ora prendere per buoni i dati sugli abusi e sulla insoddisfazione.

Il paragrafo 30 conclude sostenendo ad libitum che i TdG sono “il gruppo più preso di mira dalla letteratura anti-setta e dalla propaganda in Europa”, facendone derivate l’asserzione secondo cui “sono una comunità fragile, più esposta di altre a calunnie e stereotipi”.

È un classico leit motif dei TdG e di molte sette. L’appello al martirismo. Ricordiamo una pubblicazione di Massimo Introvigne che definisce i Testimoni di Geova “martiri” del nazismo. Pur rispettando la morte e la decisione di ciascun individuo, invitiamo Introvigne a rileggere con attenzione la lettera di endorsement di F. Rutherford a Hitler e la susseguente missiva isterica, sempre da parte dell'allora presidente della Società. Inutile ricordare che Cristo si pose in fronte a chi voleva danneggiare i suoi discepoli. Seppure non abbiamo la controprova, un atteggiamento più prudente poteva forse salvare alcune vite.

Inoltre se la prima affermazione fosse vera (cosa da dimostrare) bisognerebbe chiedersi il perché. Resta il fatto che si tratta di un ragionamento circolare (a proposito di fallacie logiche).

In conclusione, insigni professori, ci sentiamo di definire le vostre 21 pagine un tentativo di difesa debole e viziato. Ci spiace, perché questo blog è fatto di persone che vogliono aiutare chi soffre e geme all'interno e all'esterno di questa organizzazione.

Vi invitiamo a intervistare voi stessi le migliaia di persone che sono fuoriuscite, per misurare il profondo dolore che pervade questa organizzazione. Persone che credevano di trovare un conforto, una speranza, ma sono state utilizzate nel sostenere una mera organizzazione umana dove pochi vivono alle spalle di molti e godono del loro potere quasi assoluto. Una pagina Facebook raccoglie storie di vita reale di persone che hanno perso la vita per le politiche di questa organizzazione o che se la sono tolta: https://www.facebook.com/groups/671073623227956/?ref=share.

Nel ringraziarVi per averci letto, restiamo a disposizione per un dialogo costruttivo,

Eliseo e Corrado