CHI È DAVVERO IL MIO PROSSIMO?


(Articolo by Elifelet)

Per i JW di tutto il mondo questa è stata una settimana speciale, prima in “vita cristiana” nello studio si è analizzata la parabola del samaritano. La parabola è sicuramente di grande valore anche per noi oggi. Nell’analizzarla, il libro “Gesù: la via, la verità, la vita” al quinto paragrafo del capitolo 73 aggiunge queste parole:
 
“I giudei sono convinti che la parola “prossimo” si riferisca solo a chi osserva le tradizioni ebraiche, come sembrerebbe indicare Levitico 19:18. Potrebbero arrivare a dire che “non è lecito” nemmeno stare in compagnia di chi non è giudeo (Atti 10:28). Perciò quest’uomo e forse alcuni discepoli di Gesù pensano di mostrarsi giusti quando trattano altri giudei con gentilezza. Ma non si farebbero problemi a maltrattare chi non è giudeo, dato che non credono sia davvero loro prossimo.”
(jy cap. 73)
 
Commenti in sala sono i più disparati, alcuni che fanno notare che sia la vittima che il sacerdote ed il levita stavano scendendo da Gerusalemme, quindi avevano già espletato le loro funzioni sacerdotali. Mentre il buon samaritano si ferma, lo soccorre e addirittura lo porta in salvo nella locanda. Che campione di amore altruistico. Veramente un ottimo esempio per noi oggi.
 
Ieri sera, mentre leggevo la torre di studio in programma per questo fine settimana, al paragrafo 13 trovo una anomalia:
 
Terzo, Gesù comandò ai suoi seguaci di mostrare amore altruistico. (Leggi Giovanni 13:34, 35.) Questo comandamento di Gesù è nuovo nel senso che implica un tipo di amore che la Legge mosaica non richiedeva: amare i fratelli come Gesù ha amato noi. Per fare questo è necessario avere amore altruistico.* Dobbiamo amare i nostri fratelli e le nostre sorelle perfino più di quanto amiamo noi stessi. Dobbiamo amarli così tanto da essere disposti a dare la vita per loro, proprio come Gesù ha fatto per noi.
*(La nota in calce aggiunge:)
COSA SIGNIFICA: L’amore altruistico ci spinge a mettere il benessere e i bisogni degli altri prima dei nostri e a rinunciare volentieri a qualcosa pur di aiutarli o fare loro del bene.
(w19 maggio pp. 2-7, paragrafo 13)

Invece di tirare fuori dal testo il suo vero significato (interpretazione critica = esegesi) il CD qui impone al testo un significato che non è suo. Vi espongo il mio punto di vista, ma sarei felice di leggere il vostro pensiero nei commenti.
La frase “incriminata” di Giovanni 13:34, 35 presa dal CD è la seguente: “amatevi gli uni gli altri anche voi, ma significa realmente che dobbiamo amare solamente i nostri “fratelli” in congregazione?
Gesù era ben a conoscenza delle parole di Levitico 19:18e lui stesso, come oggi leggiamo in Matteo 22:39, disse di amare il prossimo come noi stessi. Gesù non stava parlando alla futura “fratellanza” dell’ORG semplicemente perché in quel momento non esisteva il cristianesimo come religione e perché quelle parole non sono profetiche. Gesù stava parlando ai suoi discepoli: ovvero quelli che avevano riconosciuto nella loro vita il Cristo e avevano accettato i suoi insegnamenti (nell’occasione di Giovanni 13 al versetto 30 leggiamo che Giuda uscì poco prima delle parole sopra citate). Noi vogliamo pulirci la coscienza limitando il nostro amore semplicemente accompagnando “un fratello o una sorella avanti con gli anni alle adunanze? Perché non prendersi realmente del tempo per ascoltare i nostri amici, i nostri vicini di casa, i bisogni delle persone anziane che magari abitano vicino a noi? anche se le persone a cui pensiamo di rivolgere le nostre attenzioni sono all’interno della congregazione, leviamoci l’idea che dobbiamo essere sempre inutilmente “edificanti”, edificanti per chi? Pensiamo realmente che leggendo una scritturina buttata li a caso possiamo “edificare” una persona che ha perso una persona cara o che sta affrontando una malattia grave? Facciamo nostre le parole di Romani 12:15ed ascoltiamo realmente chi ci sta vicino. Non c’è bisogno di paroloni, basta che sentano la nostra vicinanza. Utilizziamo il nostro prezioso tempo per mostrare amore al nostro prossimo. Le modalità le possiamo decidere noi in base al nostro tempo, circostanze e possibilità. Ma se riusciremo a fare quel passo in più, allora anche noi saremo come il samaritano che non si è limitato ad osservare una situazione ma ha fatto tutto ciò che era possibile per il suo prossimo.
 
P.S. il samaritano, come giustamente mi ha fatto notare Eliseo, per i giudei era come un moderno disassociato per i JW. Peccato non sia stato commentato da nessuno questo particolare, teniamocelo per noi. 😊
 
Un abbraccio
Elifelet

Commenti

  1. I testimoni di Geova purtroppo, come lo ero anch'io, sono spinti ad "amare" per così dire il prossimo, solo se questi sono interessati alla verità. Basta vederli andare a predicare e con che entusiasmo li vedremo darsi da fare se notano nell'interlocutore un minimo d'interesse. È un amore "misurato" allo scopo di fare adepti. In altre parole un amore ipocrita. Il buon samaritano soccorrendo il malcapitato, non solo non ci guadagnò nulla, ma ci rimise economicamente, oltre il tempo che dedicò per aiutarlo. Inoltre, non era neanche una persona religiosa. La parabola ha un duplice significato: le persone religiose sono ipocrite, le persone comuni sono sensibili. Purtroppo questo è il mio pensiero. L'amore che Gesù raccomandò è verso chiunque è bisognoso, senza guardare a razza, religione, espulsi etc. Anzi, se dobbiamo amare perfino "i nemici", questa affermazione taglia la testa al toro ed amplia il senso dell'amore di cui parlava Gesù.

    RispondiElimina
  2. È incredibile come queste cose siamo così evidenti oggi.
    Il samaritano però non lo paragonerei ad un disassociato. È vero che erano fuoriusciti dal giudaismo ma si parla di secoli prima e personalmente questo samaritano non aveva rinnegato il giudaismo. Semplicemente non ne aveva mai fatto parte. Lo paragonerei a una persona di un altra religione. Detto questo mi viene in mente Gesù che mangiava con i peccatori. Loro si che erano paragonabili ai disassociati, in quanto erano Giudei al 100%. Se non disassociati almeno "segnati" o cmq inattivi. Non ho dubbi che Gesù stesso oggi verrebbe segnato o disassociato perché "crea divisioni" o è "disordinato"...

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Re del nord ...perchè 2 Giovanni 10 ..dalla quale parte la loro regola del non saluto , si riferisce a dei disassociati ?

      Elimina
    2. A nessuna. Praticamente nessuna delle regole imposte dai TG è scritturale

      Elimina
    3. Credo che prima di battezzarsi bisognerebbe andare da un bravo psichiatra ..ma che sia bravo veramente !........per far controllare se si è in grado di intendere e di volere ....io molto probabilmente non lo ero e ho fatto male a non andarci.

      Elimina
  3. Gesù nel sermone del monte, ha parlato chiaramente: Matteo 5:46-48

    "Infatti, se amate quelli che vi amano, che ricompensa ne avete? Non fanno la stessa cosa anche gli esattori di tasse? E se salutate solo i vostri fratelli, che cosa fate di straordinario? Non fanno la stessa cosa anche le persone delle nazioni? Voi dovete dunque essere perfetti, come è perfetto il vostro Padre celeste."

    Come dice Elifelet, il tempo è prezioso: Pensiamoci, fino ad oggi quanti miliardi di ore di predicazione sono state fatte? Finora hanno salvato qualcuno? No, perchè se le persone muoiono, come è successo per molti del secolo scorso (generazione 1914), al limite saranno resuscitate ugualmente al pari di chi non ha mai fatto parte dei TdG. Già quello è stato un enorme spreco di tempo per quelle generazioni. Nessuno ci garantisce che non accadrà anche alle generazioni odierne. Il reparto scrittori del CD ha eliminato dalle Bibbie il vocabolo CARITA', non esiste, c'è al suo posto AMORE, e dato che la predicazione è UNA manifestazione d'amore, hanno trasformato una più alta espressione di altruismo umano con la vendita editoriale di letteratura, o il reclutamento di nuovi adepti per la crescita piramidale del sistema. Si preferisce fare le "vasche" in strade deserte a parlare dei guai in congregazione, piuttosto di andare ad aiutare una sorella anziana, o peggio, il vicino di casa incredulo che ha bisogno di assistenza, perchè è tutto tempo che non si può segnare come servizio.

    RispondiElimina
  4. Io sono convinto che continuare ad analizzare il testo biblico in un contesto di svisceramento letteralista (per vedere quale esegesi letterale sia quella vera) sia un'attività che pur senza volerlo (come in questo caso) va ad alimentare le richieste emotive di approcci fondamentalisti alle scritture dette "sacre". Personalmente credo che un'analisi oggettiva e sobria possa essere solo quella che prende in considerazione un'indagine psicologica e sociologica dei personaggi ritratti in questi racconti poichè ciò permette di arrivare all'indagine psico-sociologica anche di colui che scrisse il testo.
    Qualcuno bolla come blasfemo o irrispettoso tale modo di porre la questione ma ciò, quando accade, rivela soltanto la verità di quello che dicevo: il bisogno emotivo di ricerca di verità letteralista porta al fondamentalismo. Anche inconsapevole. Poi ciascuno faccia pure quello che vuole, a seconda dei suoi bisogni sentimentali.


    Virginio F.



    RispondiElimina
  5. Chi è il mio prossimo ?
    Il mio prossimo è tutto il mondo che ci circonda .
    Come posso dimostrare di amare il mio prossimo?
    Rispettando la sua dignità , mostrargli empatia , non danneggiarlo, non procurandogli sofferenze , non approfittando dei suoi beni materiali, non ingannandolo quando più in un momento di debolezza emotiva.
    L'associazione dei TdG può confermare questo tipo di amore verso il prossimo chiunque esso sia?
    Devo ammettere per esperienza personale che l'associazione dei TdG venendo meno ai requisiti elencati non può assolutamente confermare di amare il prossimo .

    RispondiElimina

Posta un commento

Lascia il tuo commento, se lo lasci in modalità anonima ricorda di mettere un nickname :-)