DOPO LA WTS: COME RINASCERE? - PARTE 1


Chi si allontana dalla WTS viene etichettato da quest’ultima come “spiritualmente morto”.
Se riusciamo a vedere oltre queste minacce puerili, ci accorgeremo che la realtà è ben diversa. Ci accorgeremo che c’è vita dopo la WTS, tanta vita!
Ma come sganciarsi definitivamente dalla WTS e rinascere definitivamente?
Dedicherò alcuni post per rispondere a questo quesito fondamentale.
Non credo negli schemi e nelle formule, ma l’esperienza accumulata negli anni e con la mia attività, mi hanno fornito una visione di ampio respiro del fenomeno. 
È sulla base di questo e di specifici studi accademici che mi lancio nell’impresa, con alcune speranze:
  1. che i consigli dati siano utili almeno per qualcuno
  2. che i vostri commenti arricchiscano di ulteriori riflessioni e consigli i vari punti sviluppati
  3. che proviate ad applicarne anche solo alcuni e che condividiate un feedback sulla loro efficacia
Cominciamo?
Come dicevo sopra, affronterò diversi ambiti in cui dobbiamo lavorare per prenderci cura di noi. Ne esamineremo uno alla volta. Non sono separati. Noi siamo esseri integrati, quindi anche gli ambiti che esaminerò non sono parti isolate tra loro, ma per praticità applicherò il focus su un aspetto alla volta.
Le macroaree di riferimento riguarderanno l’aspetto semantico, quello cognitivo, quello sociale, quello spirituale.
Iniziamo.
La semantica.
Sacro servizio”, “aspetta Geova”, “tempo della fine”, “pubblicazioni”, “spirito di sacrificio”, “diamo a Geova qualcosa da benedire”...
Il controllo esercitato dalla struttura organizzativa parte fin dalle parole, che vengono caricate di significati diversi da quello usuale e che, senza che ce ne accorgiamo, plasmano la nostra Weltanschauung, o visione del mondo.
Liberarsi dai condizionamenti significa perciò liberarsi anche da quella semantica tossica che condiziona il nostro modo di parlare e di pensare.
Una delle parole che ho notato essere più resistenti e dure a morire è “verità”. Il Testimone è abituato ad identificare l’insieme delle dottrine della propria religione come “la verità” e su questo si coniano dei modi di dire che diventano parte del modo classico di esprimersi dei TdG.
Per esempio: 
Ho conosciuto la verità nel...
Sono nato nella verità
I miei sono ancora nella verità
Sono uscito dalla verità
L’ultima frase è un paradosso formidabile. Ovvero, spesso colui che lo dice intende dire che non crede più in quelle cose. Eppure, senza rendersene conto, continua a definirle “la verità”. Fa leva proprio su questo gioco di parole il documentario TTATT (The Truth About The Truth, ossia, La Verità Sulla Verità)
Ora immaginate che un giorno familiarizzate con dei Mormoni. Direste “Ho conosciuto la verità nel...” oppure “Ho conosciuto i Mormoni nel...”?
Ecco, impariamo a fare la stessa cosa, sostituiamo la parola “verità” che così spesso usiamo a sproposito e al posto suo diciamo quello che intendiamo davvero.
Ho conosciuto i Testimoni di Geova (o la Watchtower) nel...
Sono nato in una famiglia Testimone di Geova 
I miei sono ancora Testimoni di Geova
Sono uscito dai Testimoni di Geova (o dalla Watchtower)
Siate buoni con voi stessi! A volte vi accorgerete che avrete dei “rigurgiti semantici”. Forse vi scapperà ancora di usare impropriamente “la verità”. Inizialmente sarà richiesto uno sforzo consapevole, dovremo metterci un certo grado di attenzione. D’altronde anche quando siamo diventati Testimoni di Geova abbiamo fatto uno sforzo iniziale per cambiare modo di esprimerci. Varrà lo stesso per il percorso inverso.
Un altra parola spolpata del suo significato è “studiare”. 
Quando il Testimone di Geova “studia” significa che legge una rivista o un libro targato WTS, risponde alle domande del relativo paragrafo e sottolinea delle parole del paragrafo. Ce lo hanno fatto credere per anni, ma ho una notizia: Questo semplicemente non è studiare. Chi ricorda gli studi intrapresi alle superiori o si iscrive ad un corso universitario comprende che studiare implica ben altro lavoro, incluso lo sviluppo del pensiero critico, ma questo lo affronteremo più a fondo quando parleremo degli aspetti cognitivi.
Altri termini che plasmano il nostro mondo sono “fratello”, “sorella” e “mondo”. 
Anche in questo caso continuiamo spesso ad usare le parole in modo inappropriato, dopo esserci allontanati da tanto tempo dalla WTS. Le sette giocano molto sui bias intergruppi, generando un forte senso di appartenenza al nuovo gruppo e rimarcando la netta separazione tra “noi” e “gli altri”. Questa demarcazione parte prima di tutto con la semantica: da una parte c’è il “mondo” e dall’altra “i fratelli e le sorelle”, “la fratellanza”, “la famiglia della fede”, e così via.
Quando andavo in palestra, alla fine dell’anno dovevamo sostenere un esame. Ci trovammo perciò insieme ad altri allievi della stessa disciplina, di altre palestre. Più di una volta, i giorni successivi all’esame, i nostri istruttori continuarono a sottolineare che “noi siamo stati i migliori”, “come ci muovevamo noi non ha paragoni con gli altri”, “gli altri in confronto facevano ridere”.
Eccolo il bias intergruppi: noi siamo migliori degli altri. La realtà è che gli allievi di tutte le palestre erano stati pressoché allo stesso livello.
E così ci insegnano che il “mondo” è lontano da Dio, le persone “del mondo” non hanno valori morali, spesso non si fanno scrupoli, il “mondo” non può capire, non hanno un cuore ben disposto verso (rieccola!) la verità. “Noi” invece ci sforziamo tutti i giorni di vivere secondo i valori morali di Geova, siamo l’unica organizzazione di Dio sulla terra, “siamo gli unici che” e qui attaccateci tutto quello che volete: predicano, disassociano, non fanno pagare le pubblicazioni, usano il nome di Dio, eccetera eccetera... 
Una volta realizzato che questo è un perverso meccanismo che tende ad isolarci dal mondo del quale tutti (inclusi i Testimoni) fanno parte, facciamo caso a come usiamo le parole. Quando parliamo con altri ex TdG, continuiamo ad usare le espressioni “mia mamma è una sorella” o “mio zio è un fratello”? O diciamo più correttamente “mia mamma è una Testimone di Geova” o “mio fratello è un attivo sostenitore della WTS”? Quando ci riferiamo a chi non è Testimone di Geova perché continuiamo a definirlo “del mondo” e non  diciamo semplicemente “un mio amico”, “una mia amica”, “un collega”, “un’amica del gruppo di palestra”, e così via? Possono sembrare sciocchezze, ma è anche da qui che si comincia a decostruire una visione del mondo e a costruirne una nuova, inclusiva ed accogliente.
Un altro termine banalizzato nell’ambiente JW è “spirituale” o “spiritualità”. Prendersi cura dei propri bisogni “spirituali” per il Testimone medio vuol dire leggere le riviste WTS, andare alle adunanze, andare in predicazione, e così via. Vuol dire quindi prendere parte ad una serie di attività che, alla fine della giostra, hanno lo scopo di strutturare la giornata dell’individuo, di programmare il modo in cui usa il suo tempo. La spiritualità è ben altro. Ha a che fare con attività che rinfrancano lo spirito. Contemplare un tramonto può essere un’attività spirituale. La meditazione può esserlo (anche qui, occhio: non come la intende la WTS). Ascoltare un canto può ristorare lo spirito. Le diverse forme di preghiera (anche qui, dimenticando le formule meccaniche WTS). Approfondiremo l’aspetto spirituale più avanti.
Se siamo ancora PIMO, può darsi che abbiamo ancora molto a che fare con il mondo JW. Anche qui possiamo fare uno sforzo cosciente per aggiustare la semantica. Cominciamo con l’abbandonare il termine “privilegi” e chiamiamoli per quelli che sono: “incarichi”.
Quando parliamo del gruppetto di Warwick, definiamolo Corpo Direttivo, non “Schiavo” (definizione che si basa sull’errata e forzata interpretazione di Matteo 24:45).
Ed anche qui, possiamo comunque fare l’esercizio di tenere d’occhio in che modo usiamo le parole “mondo”, “verità”, “spirituale” eccetera. Per esempio, anziché parlare di “attività spirituali”, potremmo definirle per quello che specificamente sono oppure parlarne in generale come di “attività di congregazione”.

Infine una nota generale sulle nostre conversazioni quotidiane
Alcuni sostengono che, finché continui a parlare della WTS, ne rimani prigioniero. Benché rispetti il punto di vista, questo non è il mio pensiero e vi spiego perché.
Se continuiamo a parlare della pedofilia, lo facciamo per sensibilizzare altri sul tema, non certo perché schiavi della pedofilia. Anzi, è proprio per liberare il mondo da questa piaga. E questo vale anche quando a parlarne è un abusato. Se egli diventa un attivista, non è schiavo della pedofilia. Lo fa per apportare un contributo a questo mondo.
Se continuiamo a parlare della mafia, non ne siamo schiavi. Anzi, proprio non parlarne nei termini in cui va fatto porterebbe ad un effetto esattamente opposto.
Fare uno sforzo cosciente per non parlare più della WTS può essere semplicemente quella che in ambito psicologico è detta “tecnica di evitamento”. Se si sceglie di farlo dobbiamo essere consapevoli che è una scelta che stiamo facendo per evitare di pensare alla WTS. Ma questo non ha nulla a che fare con la libertà di pensiero, che è invece libertà di scelta: scegliere di parlare o di non parlare della WTS, come di ogni altra cosa.
Blog come questo mostrano che è possibile parlare della WTS senza esserne schiavi, piuttosto proprio per smascherarne la natura schiavizzante.
All’altro estremo, potremmo accorgerci che invece non siamo proprio capaci di parlare di qualcosa d’altro che non abbia a che fare con la WTS. Anche in questo caso, rendiamoci conto che siamo ad un estremo della fune. 
Impariamo ad essere curiosi, aperti al mondo, a tutto quel mondo che fino a ieri ci eravamo preclusi, a causa delle rigide regole mentali imposte dalla WTS e che avevamo interiorizzato come necessarie. Impariamo a riempire le nostre conversazioni anche di altri argomenti, prendendo spunto magari proprio da chi non è mai stato Testimone di Geova. Arricchiamoci ed arricchiamo gli altri, attingiamo a piene mani dalla ricchezza e dall’abbondante varietà della vita.

Per il momento mi fermo qui.
Sperando che questi piccoli spunti vi siano di aiuto, attendo vostre riflessioni in merito.
Un abbraccio affettuoso 
Eliseo

Commenti

  1. Complimenti per l'articolo e per la crescita del sito. Finalmente del materiale di qualità anche in italiano. Continua così!

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  2. quando la parte 2??? grazie Eliseo leggo sempre con piacere, non annoi affatto.

    La parte semantica sembra banale ma effettivamente ha il suo peso. Io in autonomia avevo già smesso di usare la parola "verità" ma semplicemente perché quello che dicono oggi possono smentirlo domani. Questa non è verità!
    Gli altri termini in effetti sono radicati nel nostro vocabolario ci vorrà un po' d'impegno.

    Comunque è incredibile/raccapricciante rendersi conto di essere stati controllati e plagiati per cosi tanti anni, ieri in sala guardavo gli altri TDG e pensavo: "possibile che tutta questa gente è stata truffata come me? Possibile che è successo proprio a noi?"

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  3. Quanta ricchezza Eliseo! Consigli davvero ottimi, che danno spunti di riflessione per "guardare avanti" e crescere sempre più nella libertà mentale e spirituale.
    Grazie di cuore 😊

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  4. All'inizio può sembrare difficile. Certi termini erano radicati nel nostro lessico wacthoriano. Ma la consapevolezza più avanza più ti insegna a scartarli. Quanto è bello sentirsi liberi anche sotto questo aspetto..e tu Eliseo sei proprio bravo nell'esporre gli argomenti.

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  5. In un discorso che ho sentito tempo fa, l'oratore diceva di intendere -mondo- leggendo questa parola come in filigrana; i testimoni pronunciano mondo, ma significa: mondo "di Satana". E' corretto?

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  6. Grazie Eliseo,
    Semantica,
    Il termine indica un insieme di espressioni linguistiche che( verità , privilegi, fratelli e sorelle in fede, comitive di servizio, pioniere , anziani, sorveglianti, mondo, schiavo fedele etc.), in una determinata cultura,un autore o una CERCHIA INTELLETTUALE investono di significati particolari, atti a esprimere gli ambiti concettuali PROPRI di quell’autore O DI QUEL GRUPPO(jw.org)
    ALTRO CHE LINGUA PURA come ci avevano fatto credere.

    Pertanto caro Eliseo, sotto questo aspetto mi sento soddisfatta per aver senza troppi sforzi accantonato la semantica jw.org

    Ho preso una piccola rivincita invece sul ragionamento che hai fatto riguardo le CONVERSAZIONI QUOTIDIANE

    Sono finalmente riuscita a dare una spiegazione a mio marito grazie a te, che parlare di jw/wt non significa esserne schiavi, ed il non volerne parlare affatto come fa lui, non è sinonimo di libertà dal culto, bensì "tecnica di evitamento"
    Infatti mentre io sono attenta a blog come questi ed altri dello stesso genere, il taglio che lui si è imposto è stato netto, della serie; se non ti penso..tu non esisti.

    (Peccato che poi gli spiffero tutto quello che leggo e si trova poi costretto a ...pensarci) PERTANTO..

    Bellissimo consiglio quello che hai dato di essere aperti a nuove argomentazioni, e dall'attingere dalla ricchezza e varietà della vita.

    Insisto nel ripetere che volere è potere, iniziare una avventura col volontariato anche con poche ore, anche da casa, oppure frequentare una palestra, un corso di ballo, può aprire una cerchia di conoscenze con interessi ai quali non avevamo mai posto la mente, onestamente se ci pensiamo, rispetto alle ore di riunioni, di ore a bussare alle porte, di rincitrullimento a sottolineare libri e riviste, beh almeno un cicinino di tempo per far del bene al prossimo o a noi stessi lo possiamo trovare, anche e non per ultimo, facendo dei commenti incoraggianti su blog come questo.

    Grazie a tutti







    In modo, devo ammettere inconsapevole e rapido, ho abbandonato questa lingua semantica jw,


    E ci dicevano che avevamo una nostra "lingua Pura"...…..

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    1. Grazie Eliseo 🤗 mi innervosisco sempre un pò quando mi ritrovo ad usare il linguaggio tipico dei Testimoni. Quindi faccio uno sforzo cosciente per pensare e parlare in modo diverso.
      Mi aiuta molto conversare con persone che fino ad ora non pensavo di frequentare, ritrovo in loro idee che prima non mi sfioravano, mi piace discutere anche di argomenti prima off limits come la politica e i temi sociali.
      Voglio condividere con tutti voi il mio pensiero riguardo all'ultimo argomento trattato. Eliseo io la penso come te.
      Inizialmente avevo deciso che sarei uscita dalla congregazione alla "chetichella" come mi aveva suggerito un amico che di fughe dai jw se ne intende.
      Pensavo che non volevo più perder tempo con le notizie sulla Watch Tower.
      Poi piano piano il mio pensiero è maturato. Innanzi tutto ho voluto scavare in tutte le dottrine, per essere sicura di non lasciare neppure un pezzetto di cuore nel culto.
      Poi ho realizzato che la mia esperienza può essere di aiuto ad altri, quindi eccomi qui, mi sento un'attivista.

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  7. Grazie a voi tutti

    L’attivismo è una delle tante attività sociali in cui possiamo impegnare parte della nostra vita. Ne parleremo nella parte dedicata appunto agli aspetti sociali.

    Se tutto questo è di aiuto a qualcuno è anche grazie alla condivisione e alla vostra partecipazione al blog, che è enormemente arricchito dai vostri commenti.

    La ricchezza della vita è fatta dalle relazioni e dalla rete di relazioni e condivisioni. Perciò, ancora una volta, grazie a tutti a voi 🤗

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  8. Questa prima parte è sicuramente interessante e fondamentale per aiutare i fuoriusciti a riappropriarsi di una terminologia che era stata sostituita da un gergo tecnico spesso ingannevole. Infatti se si continuasse a dire che si è lasciata "la verità" ci sarebbe anche da chiedersi, se si pensa ancora alla wts come detentrice della verità. In tal caso, allontanandosi da essa, si avranno sensi di colpa o altre nostalgie. Mentre occorre convincersi che nella wt vi sono tanti inganni, e la "verità" è solo qualche spruzzata superficiale, per poter meglio camuffare quello che viene nascosto.

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