CHE COS’È LA VERITÀ?


Recentemente mi è stata rivolta spesso questa domanda: che cos’è la verità? O, qual è allora la verità?

In seguito all’applicazione “ad personam” delle Scritture fatte dall’Org e ad alcune manipolazioni ad uso e consumo della Società, molti sono delusi, altri disorientati e alcuni cadono nello sconforto, pensando che non riusciranno mai a capire la Verità.
 
Spero che questo breve post possa confortare tutti voi.
La domanda è stata posta in effetti anche nella Bibbia. Si tratta di una domanda che Ponzio Pilato pose al Cristo stesso.
Lo leggiamo in Giovanni 18:37 “Perciò Pilato gli chiese: “Insomma, sei re?” Gesù rispose: “Tu stesso dici che io sono re. Per questo sono nato e per questo sono venuto nel mondo: per rendere testimonianza riguardo alla verità. Chiunque è dalla parte della verità ascolta la mia voce”.  38 Pilato replicò: “Che cos’è la verità?”

I Testimoni di Geova insegnano da sempre che la Verità è “l’intero complesso degli insegnamenti cristiani” (g98 22/10 p.12) “la Verità di Dio che si trova nella sua Parola, la Bibbia, e include tutti gli insegnamenti biblici” (w07 15/1 p.11).

Su quale base biblica dicono questo? Giovanni 17:17 “la tua parola è verità”. 

Questo passo viene manipolato in questo modo: “la tua parola (ovvero la Bibbia che è la Parola di Dio) è verità

Notate invece cosa ci rivelano il contesto del Vangelo di Giovanni e la lingua greca.

In Giovanni 14:6 troviamo un versetto chiave: “Gesù rispose: “Io sono la via e la verità e la vita. Nessuno arriva al Padre se non tramite me. 

Qui Gesù dice chiaramente che Lui è la verità. La domanda di Pilato è perciò mal posta. La verità di cui parla Cristo non è un insieme di credenze, non è un “cosa”, ma è un “chi” ed è un’esperienza relazionale con lui e con il Padre. Come si armonizza questo con Giovanni 17:17 dove si dice che “la parola di Dio è verità”?

È Giovanni stesso a darci la chiave di volta. Al capitolo 1 del suo Vangelo ci presenta il Cristo come “la Parola” e lo stesso autore dell’Apocalisse in Rivelazione 19:13 ripete il punto: “e indossa un mantello macchiato di sangue; il suo nome è la Parola di Dio”.

In 1Timoteo 2:4 leggiamo che Dio “vuole che ogni tipo di persona sia salvata e giunga all’accurata conoscenza della verità”.
La salvezza, quindi la vita, è legata alla conoscenza della verità. E che cosa disse Cristo in Giovanni 14:6? “Io sono la via, la verità e la vita”
Questo è in armonia con il versetto iper-citato dalle pubblicazioni WTS di Giovanni 17:3: “Questo significa vita eterna: che conoscano te, il solo vero Dio, e colui che tu hai mandato, Gesù Cristo”
“Conoscere” nella Bibbia non ha nulla a che vedere con il riempirsi la mente di scritture o nozioni. “Conoscere” ha a che fare con il “fare esperienza”. Quando Adamo ed Eva hanno per la prima volta relazioni sessuali, letteralmente il testo dice che “si conoscono”. È a un simile tipo di conoscenza profonda ed esperienziale che Gesù si riferisce quando dice in Giovanni 10:14,15 “Io sono il pastore eccellente, e conosco le mie pecore e le mie pecore conoscono me,  15 come il Padre conosce me ed io conosco il Padre; e io cedo la mia anima per le pecore”

Questo vuol dire dunque “conoscere la verità”: conoscere Cristo, avere una relazione con lui, farne esperienza nella propria vita praticando l’amore che è il suo unico comandamento. 

Questo rende limpido anche il passo di Giovanni 8:32 conoscerete la verità, e la verità vi renderà liberi

È Cristo che ci libera! È lui la Verità! Lo dice lui stesso quattro versetti dopo in Giovanni 8:36 Se perciò il Figlio vi rende liberi, sarete realmente liberi” (vedi anche Galati 5:1)

La parola greca tradotta Verità è “aletheia” che letteralmente vuol dire “svelamento, rivelazione”. Gesù è dunque la Verità perché con il suo modo di vivere ha rivelato Dio agli uomini.

Questo è perfettamente in armonia con tutto quello che Cristo ha sempre insegnato. Ecco perché tornando a Giovanni 14:6 lui si definisce “la Via” per andare al Padre. 
Ulteriore conferma del fatto che Gesù in quanto Verità ha “rivelato” Dio agli uomini ce la danno le parole di Matteo 11:27 leggiamo “Ogni cosa mi è stata consegnata dal Padre mio, e nessuno conosce pienamente il Figlio se non il Padre; e nessuno conosce pienamente il Padre se non il Figlio e coloro ai quali il Figlio lo voglia rivelare

In 1Giovanni 5:20 leggiamo infine: “Sappiamo comunque che il Figlio di Dio è venuto e ci ha dato le capacità intellettive necessarie per conoscere colui che è vero. E noi siamo uniti a colui che è vero per mezzo di suo Figlio Gesù Cristo. Questo è il vero Dio e la vita eterna.”

Non pretendo di esaurire l’argomento in poche righe, né voglio annoiarvi. Il mio augurio è che questo breve post sia uno spunto che accresca la consapevolezza della nostra libertà e della nostra spiritualità, portandoci a coltivare in modi nuovi e stimolanti la nostra relazione con Dio e con Cristo.

Vi abbraccio con affetto
Eliseo



Commenti

  1. Grazie Eliseo per avere sintetizzato in maniera così efficace un concetto così fondamentale. Mi chiedo: ma se su questo argomento che è sempre stato il cavallo di battaglia dell’organizzazione (la verità ce l’abbiamo noi e nessun altro) eravamo così distanti dal comprendere, quante altre cose dovremmo riesaminare con attenzione?

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    1. Con il senno di poi e le esperienze negative degli ultimi tempi,sono senz'altro molte le cose su cui riflettere e meditare e vedere alla luce delle scritture,cose che davamo per scontate e invece con gli occhi e gli orecchi da consapevoli,abbiamo molto da riflettere e molto da ricrederci,basta avere l'umiltà di non sentirsi sempre e comunque i meglio,come l'organizzazione ha sempre martellato.

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  2. Eliseo che dire ... grazie! Post di poche righe ma eccellente, avevo le idee alquanto confuse (dissonanza) sul concetto di "verità" come inteso da noi Tdg, ma sei stato in grado di fare una sintesi illuminante!

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  3. 2°Timoteo 3:16 evidenzia che - la parola di Dio- e ispirata da Dio. Quindi è il suo pensiero. Sulla contesa, sulla soluzione del genere umano, sull'arco di tempo a cui si riferisce (Genesi 3:15). Quindi l'assoluta verità
    Gesù è :il mezzo unico su cui tutto si poggia si adempie si risolve. Quindi la verità di Pilato non era rivolta né a Geova né ha Gesù. Per cui il Cristo non spreca neanche il fiato che da poco lì stringe amicizia con Erode Ricordiamoci che la differenza di chi lo serve e no, é l'aspettare I tempi di Geova e le stagioni, dove sono racchiuse le uniche gemme di verità assoluta pura e stabile. Chi non si attiene rischia di essere tagliato fuori.

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    1. Io direi che forse dovresti vivere un po’ più rilassato... “chi non si attiene rischia di essere tagliato fuori”! M chi non si attiene a cosa? O forse dovrei chiedere a chi?? Mi dispiace sapere che ci sono persone che si lasciano intimidire da questo genere di espressione che spesso traspare dai vari articoli e discorsi fatti dalla WTS. Sarebbe forse più profittevole lasciare che i nostri pensieri si nutrano semplicemente delle belle espressioni che leggiamo direttamente dalla Bibbia senza che esse vengano manipolate e distorte da chi se ne serve per soggiogare altri!

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  4. Daniele 2:21"Egli alterna tempi e stagioni, depone i re e li
    innalza,
    concede la sapienza ai saggi,
    agli intelligenti il sapere." niente WTS. Solo Bibbia

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  5. Davvero complimenti per questo illuminante e ponderato articolo. Mi è sembrato come scoprire la verità nella verità, la vera verità. E' bello vedere come considerando con attenzione e mente aperta le scritture si giunga a conclusioni razionali e lontane da forzature teologiche. Del resto noi "consapevoli" non abbiamo finalmente alcun bisogno di tirare acqua ad un nostro mulino, cosa che rende stimolante e sereno vivere questa consapevolezza anche se mitigata dal dispiacere di vivere in clandestinità.
    A proposito del concetto quì da te chiarificato, "La verità di cui parla Cristo non è un insieme di credenze, non è un “cosa”, ma è un “chi” ed è un’esperienza relazionale con lui e con il Padre", mi è venuto in mente quello che da sempre a tal proposito predicano i gruppi evangelici. Da sempre essi parlano di questo rapporto personale con Gesù. Ci chiedono se abbiamo mai avuto l'esperienza personale di aver incontrato Gesù. E noi li abbiamo sempre snobbati, prendendoli per dei fissati, dei visionari o peggio ancora degli invasati dal diavolo. Invece su questo argomento sembra proprio che ci abbiano azzeccato da tempo.....
    Ma sono contento che finalmente ci stiamo arrivando anche noi grazie a questo libero scambio di liberali idee.

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  6. Interessante; volevo anche aggiungere che al versetto 37 di Giovanni capitolo 18 Cristo dà il motivo per il quale era venuto al mondo: rendere testimonianza alla Verità. Quindi Cristo era un Testimone di Verità, non era un testimone di Geova, altrimenti quale migliore occasione per dirlo? Cristo non predicava il nome di Dio, ma la Verità, anzi disse che LUI era la Verità, oltre che la Via e la Vita. Quindi forse se Rutherford avesse prestato più attenzione alle Scritture che al marketing avrebbe dovuto chiamare i Testimoni di Geova Testimoni di Verità. Ma sappiamo come è andata. La figura del Cristo era troppo ingombrante, specialmente per una organizzazione che stava crescendo. Ecco che prima si pregava il Cristo, in armonia con le Scritture, poi negli anni 40 pregare Gesù era apostasia. Quindi piano piano sino ai giorni nostri ove la figura del Cristo e poco più che simbolica. Tanto che la TNM nuova omette le conclusioni di Marco per un presunto rigore filologico, ma poi introduce il tetragramma nelle scritture greche dove non c'è. Ovvero nei 5000+ manoscritti delle scritture Greche il suo numero è pari a zero (0). quindi introducendo in maniera poco rigorosa YHWH, molti riferimenti a Cristo improvvisamente si trasformano in riferimenti a Geova. Testimoni di Geova, si, di Verità un poco meno.
    Vostro Corrado

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  7. Ciao Corrado, al tuo ottimo commento sull'introduzione del nome "Geova" nel N.T. aggiungo quello che loro stessi affermano nell'opuscolo " il nome divino" a p.8:
    " Per far sì che la pronuncia della lingua ebraica nell’insieme non andasse perduta, studiosi ebrei della seconda metà del primo millennio E.V. escogitarono un sistema di punti per rappresentare le vocali mancanti, e li collocarono vicino alle consonanti nella Bibbia ebraica. Così vennero scritte sia le vocali che le consonanti, preservando la pronuncia comune a quell’epoca.
    Per quanto riguarda il nome di Dio, INVECE DI METTERVI I SEGNI VOCALICI GIUSTI, nella maggioranza dei casi vi misero altri segni vocalici per ricordare al lettore di leggere ’Adhonày. Da ciò derivò la grafia Iehouah, diventata poi “Geova”, la tradizionale pronuncia del nome di Dio in italiano".
    In poche parole ammettono che la forma "Geova" è errata al 100%!

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