CHI È REALMENTE LO SCHIAVO FEDELE E SAGGIO?

È giunto il momento di esaminare la parabola riportata alla fine del capitolo 24 di Matteo, quella che per anni abbiamo applicato al Corpo Direttivo o (precedentemente) all’unto rimanente che provvedeva “cibo spirituale” sottoforma di pubblicazioni bibliche.

La domanda da cui scaturisce la lunga risposta di Gesù è quella fatta dai discepoli “Quando avveranno questa cose e quale sarà il segno della tua presenza e del termine del sistema di cose?” (V.3)

Per tutto il capitolo 24 e per quello successivo, Gesù ribadisce più e più volte un concetto ai suoi discepoli: state svegli e continuate ad essere spiritualmente attivi!

Dopo avere infatti elencato una serie di “segni”, al versetto 36 Gesù dice: “Quanto a quel giorno e a quell’ora nessuno li conosce.
Di qui il monito del versetto 42: “Vigilate, dunque, perché non sapete in quale giorno verrà il vostro Signore.
Nei due versetti precedenti, Gesù dice: “Due uomini saranno in un campo: uno sarà preso e l’altro lasciato. Due donne lavoreranno a una macina a mano: una sarà presa e l’altra lasciata.

La preoccupazione di Gesù era dunque che i suoi discepoli si facessero trovare pronti e fossero tra quelli che sarebbero stati presi, premiati, salvati perché si erano fatti trovare pronti, erano stati svegli, saggi, impegnati e attivi spiritualmente.

Egli ribadisce infatti il punto ai versetti 43 e 44: “Ma sappiate è questo: se il padrone di casa sapesse a che ora della notte viene il ladro, rimarrebbe sveglio e non permetterebbe che la sua casa fosse scassinata. Perciò anche voi tenetevi pronti, perché il Figlio dell’uomo verrà in un’ora che non immaginate.”

Dopo avere dato questo monito, Gesù continua a ribadire l’importanza di essere svegli e attivi e pronuncia la parabola in questione: “Chi è in realtà lo schiavo fedele saggio che il suo padrone ha costituito sopra i propri domestici per dar loro cibo al tempo giusto? Felice quello schiavo se il suo padrone, quando verrà, lo troverai per questo! In verità vi dico: lo costituirà sopra tutti i suoi averi.

Ora, per quanto sia difficile guardare a questi versetti con la mente sgombra da preconcetti sul significato dei simboli in essa contenuta, vi chiedo di pensare alla tipica casa del tempo a cui si riferisce Gesù. 
Il signore della casa ha costituito il suo schiavo sui domestici per nutrirli (anche qui, facciamo lo sforzo di estirpare dalla nostra mente l’automatismo che ci fa associare il cibo in questione all’espressione “cibo spirituale”, questo è solo fuorviante come vedremo).
In sostanza, immaginiamo un uomo dell’epoca che va via per un periodo e incarica lo schiavo di prendersi cura della sua famiglia. Gesù dice che, se lo avesse fatto, sarebbe poi stato costituito su tutti gli averi del Signore. Dice anche però che quello schiavo avrebbe potuto dire “il mio padrone tarda” e, anziché prendersi cura dei domestici (ovvero, fare il proprio lavoro che il Signore gli aveva affidato), li avrebbe picchiati e sarebbe andato a bere con gli ubriaconi. Notate dunque una doppia prospettiva e quindi un’opposizione di sue possibili comportamenti e atteggiamenti.

Un paio di punti interessanti. Gesù parla di due attitudini opposte: quella di uno schiavo malvagio e quella di uno schiavo saggio. Nel tentativo di applicare questa parabola al Corpo Direttivo, la Società si scontra con la seconda parte della parabola, dove si parla dello schiavo malvagio. Così, mentre nella prima parte la Società sostiene che lo schiavo fedele e saggio è una classe di individui, nella seconda parte si dice che lo schiavo malvagio non rappresenta una classe. La w13 15/7p.25 dice: “Gesù stava forse predicendo che negli ultimi giorni ci sarebbe stata una classe dello schiavo malvagio? No. È vero che alcuni individuihanno manifestato uno spirito simile a quello dello schiavo malvagio da lui descritto; sono quelli che definiremmo apostati, sia che fossero appartenuti agli unti o alla “grande folla” (Riv. 7:9). Costoro, tuttavia, non formano una classe. Gesù non disse che avrebbe costituito uno schiavo malvagio. Le sue parole, in realtà, sono un monito rivolto allo schiavo fedele e discreto.
Va notato che Gesù esordì con le parole “se mai”. Secondo uno studioso, la costruzione nel testo greco indica che questa “è atutti gli effetti un’ipotesi”. In pratica Gesù stava dicendo: “Se mai lo schiavo fedele e discreto dovesse maltrattare i suoi compagni di schiavitù in tal modo, questo è ciò che il signore gli farà al suo arrivo”. (Vedi anche Luca 12:45.) Il composito schiavo fedele e discreto, però, ha continuato a vigilare e a provvedere nutriente cibo spirituale.

L’articolo tenta di aggirare l’ostacolo facendo notare che Gesù sta facendo una supposizione per mezzo dell’espressione “se mai...”. Eppure trascura volutamente che anche nella prima parte Gesù fa una supposizione dello stesso tipo quando al versetto 46 dice: “Felice quello schiavo se il suo padrone, quando verrà, lo troverà...”.


Perciò, proprio come il monito dello schiavo malvagio è rivolto infatti a singoli individui (e questo è ammesso persino dalla rivista citata), anche quello dello schiavo saggio, lungi dall’identificare una classe di persone, è rivolto a tutti i discepoli ed è un’esortazione in linea con l’intero discorso di Gesù: dimostrate tutti di essere saggi rimanendo svegli e vigilanti.
D’altro canto, non si capirebbe come mai, in un messaggio diretto ai suoi seguaci volto a stimolare in loro il senso d’urgenza, Gesù dovesse improvvisamente parlare di una classe mai identificata in alcun altro punto delle Scritture.

Oltre ad essere un’interpretazione del tutto infondata, tantissimi altri versetti della Bibbia sostengono al contrario che ciascun servitore di Dio è uno schiavo
Matteo 18:23“il Regno dei cieli può infatti essere paragonato a un re che volle fare i conti con i suoi schiavi
Luca 17:10“Siamo schiavi buoni a nulla”
Atti 16:17“questi uomini sono schiavi dell’Iddio Altissimo”
Romani 6:22“siete stati liberati dal peccato e siete diventati schiavi di Dio”
Romani 12:11“siate schiavi di Geova”
Colossesi 3:24“siate schiavi del Signore, Cristo”

Insomma, non v’è traccia di una eventuale classe dello schiavo.

Che le cose stiano così è ulteriormente rafforzato dal seguito del discorso. Immediatamente dopo la parabola dello schiavo fedele e saggio, infatti, Gesù continua il discorso con le parabole riportate nel capitolo 25.

All’inizio del capitolo 25, troviamo ancora un’opposizione: le vergini sagge e quelle stolte (proprio come i due schiavi in 24:45-51, proprio come i due uomini e le due donne in 24:40,41). Anche qui, le vergini stolte (come lo schiavo malvagio) iniziarono a sonnecchiare perché “lo sposo tardava” (cfr. Mat 24:48). Di nuovo alla fine della parabola, Gesù ribadisce la lezione: “Vigilate, dunque, perché non conoscete né il giorno né l’ora.

Dopodiché si passa alla parabola dei talenti che ha gli stessi elementi delle altre parabole. Anche qui c’è un’opposizione tra schiavo fedeli (“bravo, schiavo buono e fedele”, 25:21) e schiavo malvagio (“il padrone gli rispose: schiavo malvagio e pigro!” 25:26). Infine la parabola delle pecore e dei capri: anche qui saggi e malvagi, anche qui un premio da una parte e una punizione dall’altra, anche qui l’esportazione ad essere impegnati in azioni meritori e ad essere svegli.

Lo schiavo fedele e saggio non è dunque una classe, ma si innesta in una serie di parabole volte a incoraggiare tutti i seguaci di Cristo ad essere spiritualmente svegli e attivi.
Luca usa la parola “economo” (oikonònomos), anziché “schiavo” (doùlos). Anche questa è una caratteristica di tutti i cristiani. (Vedi 1Corinti 4:1-5; Tito 1:7-9; 1Pietro 4:10,11)

Allora, ora dovrebbe essere più chiaro: “Chi è realmente lo schiavo fedele e saggio?
Ognuno di noi può esserlo, dimostrando di essere impegnato o attivo spiritualmente e facendo fruttare i talenti che il Signore gli ha concesso.

Un abbraccio affettuoso
Eliseo

Commenti

  1. La chiave è il contesto. Isolare il brano lo rende manipolabile. Letto nell'insieme e senza preconcetti si spiega da solo.
    Sarebbe da approfondire come ogni cristiano possa dare cibo a suo tempo ai domestici..

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    1. Da quello che ho capito dare cibo ai domestici è la stessa cosa di avere l’olio nelle proprie lampade o di fare fruttare i talenti o le mine. Significa essere impegnati o spiritualmente attivi o svegli, non c’entra proprio niente con il cibo spirituale come dice la WT

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    2. Interessante questo aspetto, in effetti se si deve considerare lo schiavo fedele e saggio come classe, bisognerebbe per coerenza aspettarsi che vi sia anche una classe delle donne che macinano, una classe delle 5 vergini, una classe dei 3 schiavi trader in talenti, perchè dire che fanno parte tutti dello stesso schiavo che fornisce il cibo spirituale a tutte le congregazioni, sarebbe una ulteriore forzatura: tra l'altro in due parabole Gesù usa le donne, alle quali stranamente il maschilista Paolo consiglia di stare in silenzio, perchè per insegnare ci vogliono gli uomini. Non mi quadra tanto, lo schiavo fedele dispensatore di cibo spirituale, rappresentato da donne?
      Per @Barnaba:
      Dare cibo equivale a nutrire, significato espresso in Efesini 5:28-30
      "L’uomo che ama sua moglie ama sé stesso; nessuno infatti ha mai odiato il proprio corpo, ma lo nutre e se ne prende cura, come fa il Cristo con la congregazione."

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  2. Complimenti per il bel post, Eliseo sono d'accordo con molte delle tue considerazioni e in effetti l'applicazione che ne fa il CD, ancorché parzialmente rivista nel 2013, non ha senso e non è quello che Gesù intendeva dire.
    Includere tutto il contesto di Matteo 24 fin dal versetto 1 per dare una spiegazione al concetto di "schiavo fedele e saggio" mi lascia parecchio perplesso. Vero è che dovevano essere vigilanti, ma la vigilanza di cui si parla nella prima parte sel capitolo 24, fino al versetto 44, è la vigilanza richiesta a tutti i cristiani in vista della salvezza, sia dagli eventi del 70 E.V. che dalla fine dell'era al termine del sistema di cose. Dal versetto 45 si assiste a un deciso cambio di argomento da parte di Gesù, che chiede ai 12 (non a tutti) un altro tipo di vigilanza. C'è una continuità nel ragionamento di Gesù che va da Matteo 24:45 fino a Matteo 25:46. Sostanzialmente si tratta di un incarico rispetto al quale poi dovevano rispondere al loro Signore. Certo, anche qui Gesù gli raccomanda di essere vigilanti perché non sapevano il giorno e l'ora, ma non in vista della salvezza personale, bensì nell'adempiere un incarico che avrebbe contribuito alla salvezza di coloro che gli sarebbero stati affidati, usando i loro "talenti" per cercarli, convertirli e battezzarli, e poi avendone cura nel modo che Gesù si aspettava da loro e da tutti quelli chiamati ad adempiere tale incarico in diversi luoghi.
    Se leggiamo solo Matteo 24, non riusciamo a vedere il "cambio di prospettiva". Per vederlo, basta leggere con attenzione il racconto parallelo di Luca 12, dove Luca, dopo accurate ricerche, include dei passaggi interessanti che aiutano a capire. Al versetto 41 Pietro fa una domanda ben precisa, riferita all'illustrazione dei versetti da 35 a 40.
    Dalla risposta di Gesù è chiaro che non si riferiva a "tutti", e lo si comprende bene dal versetto 48: "In realtà, a chiunque è stato dato molto, sarà richiesto molto; e a colui al quale è stato affidato molto, sarà richiesto più del solito."
    Ai 12 era stato dato molto e "affidato" molto. E sarebbe stato richiesto molto, conto e ragione del loro operato, più che ad altri "schiavi" del Signore.
    In definitiva, credo che si possa definire "schiavo fedele e saggio" o economo fedele, nel senso inteso da Gesù in Matteo 24 e Luca 12, chiunque abbia un incarico di responsabilità all'interno dell'ekklesia nel pascere il gregge, averne cura e insegnare la Parola in modo corretto favorendo la crescita spirituale e l'edificazione nella fede: Apostoli senz'altro nel 1 secolo, ma anche anziani, pastori e Maestri e diaconi, allora come oggi. Può includere il CD? Perché no, se si comportano da "schiavo fedele e saggio"? Solo che qui vedo tratti e comportamenti da "schiavo malvagio" che batte i compagni di schiavitù fin dai tempi di Rutherford, anche se nella w del 2013 ostentano sicurezza e dicono che questo non accadrà. Come disse Paolo, "chi pensa di stare in piedi.... badi di non cadere".

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  3. Anche i passaggi "per dare cibo a suo tempo" e "lo costituirà sopra tutti i suoi averi" sembrano giustificare una classe che sarebbe a suo tempo messa sopra gli averi del Cristo, tutti i cristiani.
    Anche la scrittura di filippesi circa" un'amministrazione per radunare le cose nei cieli e sulla terra " sembra rimarcare questo.
    Comunque a mio giudizio se sembra giustificabile credere che Gesù parlasse in qualche modo al rimanente dei 144000,la pretesa del corpo direttivo di ricoprire il ruolo dello "schiavo" è priva di ogni fondamento scritturale.
    Anche perché non si può sapere in realtà chi siano gli "unti".
    Ci hanno sempre insegnato che chi prendeva gli emblemi alla commemorazione della morte di Cristo era un " unto".
    Poi col fatto che gli "unti" sarebbero arrivati a quasi 20.000 ,la"moderna classe di Giovanni" ha dichiarato che probabilmente tra quelli che si definivano unti,c'erano alcuni che non lo erano.il ragionamento vale anche per loro.

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  4. Cari signori, mi appello alla vostra intelligenza e vi ricordo che quando Gesù morì il velo del Tempio si ruppe, affinché ogni uomo potesse arrivare a Dio senza intermediari. Sicuramente Gesù istituì anziani e leader per la guida e la crescita della Sua chiesa nel mondo. Gesù diede le informazioni necessarie per pregare nella nostra camera o intimità e raggiungere il padre, quindi rivelò a tutti come mettersi in comunicazione con Dio. Ora, se Dio è spirito e ognuno di noi tramite la preghiera può instaurare una relazione intima, nonché spirituale, come mai un gruppo di uomini si attribuisce l'autorità si dire che lo Spirito Santo parla soltanto a loro? Non è che si fanno chiamare schiavo saggio e fedele per avere il controllo su tutto e tutti? Non è che bloccano la libertà di pensiero rendendo schiavi milioni di persone che vogliono semplicemente avere un rapporto genuino con Dio? Mah, a voi la risposta. Vi consiglio un periodo di preghiera prima di rispondere. Che Dio possa avere misericordia di tutti.

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  5. Lo schiavo fedele e saggio può sbagliare spiritualmente?

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  6. @Anonimo non so cosa tu intenda per “Schiavo fedele e saggio” ma se ti riferisci a quello che dice la Watchtower, allora la risposta la trovi nelle pubblicazioni.

    La Torre di Guardia febbraio 2017 ed. studio a pag 26 par 12 dice: “ Il Corpo Direttivo non è ispirato e nemmeno infallibile. Quindi, a volte può commettere degli errori in merito a questioni organizzative o dottrinali.”

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  7. @Anonimo
    1 marzo 2020 10:08,
    Il Corpo direttivo della WTS autoproclamatosi schiavo fedele e saggio è un gruppo di uomini imperfetti soggetti a sbagliare come qualsiasi persona del genere umano , non ha nulla divino e quindi può sbagliare spititualmente.
    Comunque Gesu indicò che la persona spirituale è colui che ama Dio con spirito e verità e il prossimo con i frutti dello spirito fondati sull'amore altruistico.
    Alla luce di quanto emerso si può affermare che il CD/wts schiavo fedele e saggio non sbaglia spiritualmente ?

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  8. ma non tutti gli schiavi dispensano cibo a suo tempo! quindi la tua supposizione è infondata!
    Matteo 24:45 dice che “...lo schiavo fedele e saggio, il suo padrone l' ha costituito sopra i propri domestici per dar loro cibo al tempo giusto?" questo non lo possono fare tutti!

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    1. Gesu disse che
      " i suoi
      discepoli si sarebbero riconosciuti dai loro frutti" .
      Il Corpo Direttivo dei Testimoni di Geova fa le opere del malvagio , e autoproclamatosi canale di Dio tra gli uomini e Dio ha usurpato il ruolo di Gesu Cristo diventando un anticristo.
      Inoltre il CD con le sue regole dottrinali di giudizio di vita o di morte targate wachtawer si è fatto Dio sulla vita dei suoi fedeli .
      Quindi di cosa stiamo parlando?
      Chiunque interpretando le scritture della Bibbia si può autoproclamare guida spirituale per portarsi dietro proseliti sfruttando la buona fede di molti promettendo loro speranza di vita eterna.

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  9. “...lo schiavo fedele e saggio, il suo padrone l' ha costituito sopra i propri domestici per dar loro cibo al tempo giusto?" questo non lo possono fare tutti!"

    In realtà lo può fare chiunque! Io, da sola o con altri, dichiaro di essere lo “Schiavo” chi me lo può impedire? Se io affermo che il creatore universale biblico esiste e io da sola o con altri sono il soggetto di cui il verso di Mt 24:45 chi me lo può impedire? Restando in Italia, per fare un esempio concreto, sto solo esercitando l'articolo 8 della Costituzione. Posso anche aggiungere che la dispensa del "cibo a suo tempo" avverrà ogni volta che cambio gli abiti stagionali. Chi me lo può impedire? Nessuno!
    Il punto non è chi afferma di essere lo “Schiavo”, il punto è quante persone mi credono e mi vengono dietro. Se questi seguaci sono poche decine sono una specie di ciarlatana, se sono centinaia di migliaia, o magari milioni, e possiedo un patrimonio immobiliare e mobiliare miliardario, allora posso ottenere la licenza governativa e sono una confessione religiosa.
    Non è l’autoproclamazione in sé, è quanti seguaci l’autoproclamazione riesce a raccogliere (grazie alle disponibilità patrimoniali che posso mostrare come “benedizioni di Geova” o chi per lei/lui, e la credibilità che queste “benedizioni” mi forniscono presso il pubblico interessato). Tiziana

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  10. Io mi chiedo cosa avranno capito i presenti in quell’occasione ascoltando le parole di Gesù: stava parlando di una classe di persone ristretta (tipo gli apostoli) o si stava riferendo ad ognuno dei presenti? Per me la risposta è evidente:se io fossi stato presente avrei applicato le sue parole a me stesso senza nessun dubbio.DOVEVO ESSERE VIGILANTE MOSTARNDOMI UNO SCHIAVO FEDELE E SAGGIO.Oggi,dopo oltre duemila anni,provo la stessa responsabilità quando leggo le parole del signore Gesù relative allo schiavo fedele e saggio.Non esiste e non è mai esistita una classe composita dello schiavo fedele e saggio

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