DA CHI (O DA COSA?) CE NE ANDREMO?

Questo post vuole essere una risposta a una serie di commenti in cui molti consapevoli manifestano un senso di smarrimento e si sentono disorientati quando prendono coscienza di tutto quello che succede dietro le quinte dell’Organizzazione e quando realizzano le molte forzature dottrinali, procedure nascoste, e così via.

Coloro che a un certo punto arrivano a valutare di allontanarsi dall’Organizzazione si sentono ripetere (da altri conservi di fede o dalla propria stessa mente) l’episodio narrato in Giovanni 6:67, 68 dove si legge: “Così Gesù disse ai Dodici: “Non volete andarvene anche voi, vero?”  68 Simon Pietro gli rispose: “Signore, da chi ce ne andremo? Tu hai parole di vita eterna”

Il bias Dio/Gesù=Organizzazione porta il Testimone medio a leggere l’episodio più o meno così: “Così Gesù disse ai Dodici: “Non volete andarvene anche voi dall’Organizzazione, vero?”  68 Simon Pietro gli rispose: “Signore, da chi ce ne andremo? L’Organizzazione ha parole di vita eterna”

Ma si tratta appunto di un errore di ragionamento che si basa su un presupposto artificiale e non scritturale.

Cristo parlò di sé come della vera vite alla quale sono attaccati i tralci (Giovanni 15:1-8). Non c’è nessuna organizzazione che media tra lui e i discepoli. In altre occasioni ribadì il concetto.
 
Mt 18:20  “dove due o tre persone sono radunate nel mio nome, io sono là in mezzo a loro”
(Cristo ti riferisce all’individuo e alle singole persone, anche solo due, riunite, non a un’organizzazione)

Lc 9:49,50 Giovanni gli rispose: “Maestro, abbiamo visto un uomo che espelleva demòni usando il tuo nome e abbiamo cercato di impedirglielo, perché non ti segue insieme a noi”. 50 Ma Gesù gli disse: “Non cercate di impedirglielo, perché chi non è contro di voi è per voi”.
(Cristo non pretese che quell’uomo si unisse fisicamente ai Dodici)

Gv 10:9 Io sono la porta. Chi entra attraverso me sarà salvato, ed entrerà e uscirà e troverà pascolo.

Gv 14:6 Gesù rispose: “Iosono la via e la verità e la vita. Nessuno arriva al Padre se non tramite me.

Gv 16:13-15 Comunque, quando quello verrà — lo spirito della verità — vi guiderà in tutta la verità, perché non parlerà di propria iniziativa ma dirà ciò che ode, e vi dichiarerà le cose che verranno.  14 Quello mi glorificherà, perché vi dichiarerà ciò che riceve da me.  15 Tutte le cose che il Padre possiede sono mie. Per questo ho detto che vi dichiarerà ciò che riceve da me.

1Gv 2:27 Per quanto riguarda voi, l’unzione che avete ricevuto da lui rimane in voi, perciò non avete bisogno che qualcuno vi insegni: è l’unzione che viene da lui a insegnarvi ogni cosa, ed è vera e non mente. Proprio come essa vi ha insegnato, rimanete uniti a lui.

È vero che Cristo parlo in un’occasione della sua Chiesa o Congregazione (Matteo 16:18). Ma Chiesa o Congregazione significano appunto “comunità di credenti”. Una comunità è cosa ben diversa da un’organizzazione verticale che assume il potere e che pretende di avere autorità divina.

Riflettiamo.
Se ci si basa sulla Bibbia quale Parola di Dio, dove sono esposti i requisiti scritturali per nominare i membri del Corpo Direttivo?
Chi nomina i nuovi membri del Corpo Direttivo? 
La risposta è ovvia: altri membri del Corpo Direttivo a loro volta nominati da altri membri del Corpo Direttivo. 
Se andiamo a ritroso troveremo qualcuno che si è messo in quella posizione senza alcuna legittimità scritturale. Il motivo è semplice: non ci sono requisiti esposti nelle Scritture al riguardo.

Perciò la domanda retorica di Pietro è correttamente formulata: da chice ne andremo?
Se erroneamente la formuliamo rivolta all’Organizzazione, la domanda dovrebbe essere: da cosace ne andremo?

Non abbiate paura. Nessun uomo o organizzazione umana potrà separarvi da Cristo. A ragion veduta, il libro “Cosa insegna realmente la Bibbia” diceva a pagina 183 al paragrafo 24: “Ricordate inoltre che vi siete dedicati a Geova Dio stesso e non a un’opera, a una causa, ad altri esseri umani o a un’organizzazione. La vostra dedicazione e il vostro battesimo sono l’inizio di un’amicizia molto stretta, di un’intima relazione con Dio”

Un abbraccio


Eliseo

Commenti

  1. Ex anziano riflessivo29 ottobre 2018 alle ore 05:57

    È da un po' che leggo i Vs post, li trovo interessanti e frutto di accurati ragionamenti, riguardo quanto letto sopra, devo dire che tale ragionamento lo condivido.
    Infatti è per aver affrontato questo tipo di ragionamento con uno "zelante viaggiante" che di li a poco si è trovato un cavillo per rimuovermi dall' incarico di anziano.
    Più in là vi darò maggiori ragguagli al riguardo; per adesso vi dico semplicemente: CONTINUATE COSÌ

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    1. Grazie mille caro ex anziano riflessivo. È un piacere sapere che in qualche modo siamo connessi :)
      Sarebbe un piacere ascoltare la tua storia
      Un abbraccio

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  2. Grazie Eliseo.
    Il bias Geova/Gesù - Organizzazione è così forte che molti nemmeno si accorgono di star torcendo il significato di Giovanni capitolo 6.
    https://m.youtube.com/watch?v=fUoozL9KPbo

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  3. E già,siamo nati e cresciuti non come figli di Dio,ma come figli di un organizzazione che qualcuno arriva al punto di chiamarla,mamma organizzazione.
    Ma nelle scritture,se non erro,non si parla di una mamma,ma di un solo Padre e di un solo Figlio,a cui dare retta e conto.
    Ma il lavaggio del cervello perpetrato dall'organizzazione come unica e vero dio,che detta legge di vita e di morte (sociale) per chi non segue a scatola chiusa tutto ciò che viene impartito,spacciandolo come ordine divino,e' qualcosa che non ha uguali nella storia umana.
    Ciò che Gesù ha insegnato di una verità liberatoria,che avrebbe tolto il peso della religione
    comune,facendo leva sulle paure e sui sensi di colpa,tristemente si è prepotentemente
    realizzato in quella che tutti noi anelavano come aver trovato finalmente la vera verità.
    Sarà come qualcuno afferma,la secolarizzazione delle cose,degli eventi,ha portato ad un cambiamento radicale,sottoponendoci ad un giogo duro,pesante che fai fatica a tenergli il passo,ma non devi demordere,devi produrre,numeri,contribuzioni e chi più ne ha più ne metta,ed eccoci qua a domandarsi "Da chi c'è ne andremo?" confondendo per l'ennesima volta mamma organizzazione,con il nostro vero e unico Padre Celeste Geova.
    La consapevolezza spinge ad agire,a non subire ciecamente tutto ciò che viene insegnato
    come cibo che viene dal cielo e che quando a fatica lo stai digerendo,un nuovo lampo di luce,
    certamente non divina,cambia le carte in tavola e tu ricominci a ruminare un nuovo intendimento,più difficile del precedente,che ti rende ogni giorno più teso,con i sensi di colpa se stai facendo tutto il possibile per accontentare chi ha stabilito le regole,per la truppa che li deve seguire ad occhi chiusi,anche se leggi raramente che chi prende la direttiva non si sente ne ispirato,né infallibile,ma allora di cosa stiamo parlando,se le cose stanno così beata consapevolezza che ci fa aprire gli occhi e dare il giusto valore alle cose,le vere cose,che hanno una solida base,ma solo scritturale.

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  4. La frase "da chi ce ne andremo? Tu hai parole di vita eterna" viene tradotta da ogni fratello in questo modo:
    "Solo all'interno dei TdG potremo ricevere nel Nuovo Mondo la vita eterna."
    "Non esiste nessun altro che ci possa dare questa speranza."
    Tutto ruota sul fulcro del paragonare la prima comunità cristiana con l'Organizzazione odierna. Certo fa una bella differenza se a dirci questa frase è Gesù o Simon Pietro in persona piuttosto che il fratello nominato Zelante Ligio. Perchè se ci pensiamo ognuna delle decine di migliaia di confessioni cristiane potrebbe rivendicare il diritto di applicare a sè la stessa scrittura. Quindi varrebbe lo stesso ragionamento per chi volesse lasciare i Pentecostali, i Valdesi, gli Avventisti ecc. Da chi si andrà, visto che loro hanno parole di vita eterna?
    Se siamo onesti, è dura pensare di abbandonare la promessa di una villetta all inclusive, il sogno americano con annessi leoni e serpenti rabboniti in giardino al posto dei nani.

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  5. Come menziona Eliseo nel post,il libro Cosa insegna realmente la Bibbia evidenzia in modo chiaro e imprescindibile,che ci siamo dedicati a Geova e non ad una organizzazione o agli uomini..........
    Mi viene subito in mente il detto,predicano bene e razzolano male,allora dobbiamo mettere in pratica le parole di Gesù quando parlando dei scribi e farisei dei suoi tempi disse,fate quello che dicono,ma non quello che fanno.
    Queste sacrosante parole di Gesù,riferite ai nostri giorni,ci devono responsabilizzare e farci aprire gli occhi,non dobbiamo temere ciò che l'uomo (leggi anziani,co,CD,e via dicendo)
    possono pensare,dire,o insegnare,alla fine ciò che conta,è ciò che è scritto nelle scritture
    lasciando perdere tutto il resto di circolari,procedure,disposizioni,disquisizioni che fanno e insegnano gli uomini,per rafforzare la la loro autorità e non l'autorità del Signore a cui ci siamo dedicati.
    Non è facile,non è semplice,ma dobbiamo farlo,se non vogliamo perdere tempo a leggere e lamentarsi qui e su altri blog,dobbiamo dare un senso e una svolta a tutto ciò che non è
    ispirato.
    Ci renderemo antipatici,sovversivi,intolleranti,filo apostati,ma saremo in pace con la nostra coscienza e manterremo viva la nostra relazione con il nostro Creatore,perché alla fine sono queste le cose che contano.

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  6. Come menziona Eliseo nel post,il libro Cosa insegna realmente la Bibbia evidenzia in modo chiaro e imprescindibile,che ci siamo dedicati a Geova e non ad una organizzazione o agli uomini..........
    Mi viene subito in mente il detto,predicano bene e razzolano male,allora dobbiamo mettere in pratica le parole di Gesù quando parlando dei scribi e farisei dei suoi tempi disse,fate quello che dicono,ma non quello che fanno.
    Queste sacrosante parole di Gesù,riferite ai nostri giorni,ci devono responsabilizzare e farci aprire gli occhi,non dobbiamo temere ciò che l'uomo (leggi anziani,co,CD,e via dicendo)
    possono pensare,dire,o insegnare,alla fine ciò che conta,è ciò che è scritto nelle scritture
    lasciando perdere tutto il resto di circolari,procedure,disposizioni,disquisizioni che fanno e insegnano gli uomini,per rafforzare la la loro autorità e non l'autorità del Signore a cui ci siamo dedicati.
    Non è facile,non è semplice,ma dobbiamo farlo,se non vogliamo perdere tempo a leggere e lamentarsi qui e su altri blog,dobbiamo dare un senso e una svolta a tutto ciò che non è
    ispirato.
    Ci renderemo antipatici,sovversivi,intolleranti,filo apostati,ma saremo in pace con la nostra coscienza e manterremo viva la nostra relazione con il nostro Creatore,perché alla fine sono queste le cose che contano.

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  7. E che dire di coloro che spesso ho sentito dire dal podio,più CO veramente,affermare che alla fine per ultima analisi,se questa non dovrebbe essere la vera religione 😨 abbiamo vissuto il miglior modo di vivere possibile,in questo mondo malvagio.
    Personalmente la ritengo una magrissima consolazione,della serie o ti adegui o ti adegui,non lo mai condivisa e mai detta ad altri,anche perché se non erro non ha nessuna base scritturale,meno male,almeno questo.

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  8. La domanda è interessante, i discepoli scelsero di seguire Gesù e di non fare come gli altri, che tornarono alle tradizioni dei capi religiosi ebrei e ai pesi imposti dagli insegnamenti di scribi, farisei e sadducei. Avevano la possibilità di affrancarsi fa tutto questo e non lo fecero, e per molti di loro questo costò la vita quando Gerusalemme fu distrutta. Gesù comunque diede inizio alla predicazione della buona notizia, al radunamento di una "nuova nazione", lasciando l'incarico agli apostoli e guidando dall'alto la congregazione cristiana nel suo sviluppo. Quindi i discepoli lasciarono la religione dei loro padri, ormai condannata e prossima ad essere sostituita da un "nuovo patto", per aderire a una religione nuova, promossa direttamente dal Cristo ma non basata sulla Legge Mosaica, semmai sui suoi principi fondamentali. Per il cristiano, secondo me, oggi come allora, non è conveniente il "salto nel vuoto", semmai cercare di trovare un posto dove andare se quello dove siamo non ci piace. Prima di scartare ogni cosa, le religioni organizzate cristiane andrebbero prese in considerazione, proprio per evitare l'isolamento o la cosiddetta "chiesa familiare", gruppi che spesso si sciolgono dopo poco tempo e non portano da nessuna parte.

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    Risposte
    1. Caro Libero Pensatore, concordo pienamente con il tuo ragionamento ad eccezione della conclusione che ne trai. Si possono prendere in considerazione tutte le religioni organizzate e credo che scopriremmo lo stesso problema di base in gradi più o meno accentuati. Sono pronto ad esaminare qualsiasi opzione quindi se ti viene in mente un’organizzazione specifica ti prego di menzionarla. Dall’altro lato non capisco perché il concetto di “chiesa familiare” come l’hai definita, ti sembri qualcosa da evitare quando mi pare proprio l’unico modello che abbia una base biblica. Quando dici che gruppi di questo tipo non portano da nessuna parte penso che in larga misura dipenda dal tempo in cui sorgono e dagli obiettivi che si spera di raggiungere.

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    2. "Evitare le chiese familiari perché non portano da nessuna parte"...e invece dove dovrebbero portare???
      Le chiese cristiane che suggerisci di vagliare, dove ci accompagnerebbero?

      "semmai cercare di trovare un posto dove andare se quello dove siamo non ci piace. "
      È questo il metro di misura che dovremmo adottare per scegliere la chiesa giusta?

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    3. @SuS
      La "chiesa familiare" nasce parecchi anni fa come alternativa al culto classico. In origine l'iniziativa partiva da una famiglia cattolica che coinvolgeva altre famiglie nel suo "studio familiare". Mal sopportati dalla Chiesa, che apparentemente li lasciava fare e mandava un sacerdote ad ascoltare e a dare il suo contributo nello "studio", ben accolto dalle ignare famiglie. Salvo poi vietare le riunioni quando i gruppi esageravano, cominciando a predicare di casa in casa o si accorgevano Bibbia alla mano che il Papa si sbagliava. Non andarono e non vanno da nessuna parte, a casa mia sono venuti un paio di volte e non si sono più visti.
      Poi ci sono le "chiese domestiche" che non fanno capo a nessuna Confessione. Leggono solo la Bibbia senza alcun ausilio e poi la commentano, convinti che Dio li guida attraverso la lettura e gli darà il giusto intendimento. Qualcosa di simile a quello che proponeva Raymond Franz ai fuoriusciti nel suo secondo libro.
      Devo dire che il ragionamento di Franz è convincente, in effetti come tu dici la Chiesa che si raduna in case private era il modello del 1 secolo e funzionava. Avevano una larga autonomia, ma non erano completamente indipendenti. Le lettere di Paolo a Tito e Timoteo lo dimostrano, gli apostoli vigilavano e se era necessario intervenivano. Invece le "chiese domestiche" hanno un minimo di coordinamento per niente invasivo ma massima libertà. Il problema è che cosi ogni chiesa finisce per arrivare a conclusioni diverse dalle altre. Non c'è un insegnamento chiaro che possono promuovere. Si sa che esistono ma io non li mai visti, segno che oltre lo studio familiare e qualche opera caritatevole non vanno. Nei secoli di tentativi del genere ne sono stati fatti parecchi, o sono naufragati oppure sono sfociati in confessioni organizzate, magari fatti di grano e zizzanie, ma per il fatto di essere organizzati hanno dato il loro contributo alla diffusione della Bibbia e del cristianesimo, cosa che le chiese familiari, pur essendo un modello che mi piace, non sarebbero in grado di fare se non in una limitatissima sfera di influenza.
      Per cui, credo che le Confessioni organizzate siano un "male necessario", non esiste quella perfetta o quella ideale, ma possiamo scegliere la "meno peggio". E non è detto che la "meno peggio" sia la nostra....
      Non me me vogliate, fratelli, è un mio parere personale. Del testo la risposta alla domanda "Da chi ce ne andremo" implica una scelta personale.

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  9. Il tuo ragionamento è logico caro Libero Pensatore e lo rispetto. Solo alcune riflessioni:

    "Le chiese domestiche" hanno un minimo di coordinamento per niente invasivo ma massima libertà. Il problema è che cosi ogni chiesa finisce per arrivare a conclusioni diverse dalle altre."

    Credo sia uno di quei casi nei quali si applica il famoso detto: "Non si può avere la botte piena e la moglie ubriaca". O si è convinti che il Capo della congregazione è presente in cielo e in grado di esercitare la sua influenza, se solo glielo permettiamo, oppure direi che potremmo anche lasciare perdere tutto il resto.

    "Non c'è un insegnamento chiaro che possono promuovere. Si sa che esistono ma io non li ho mai visti, segno che oltre lo studio familiare e qualche opera caritatevole non vanno."

    Non è detto che i risultati che a noi paiono significativi, soprattutto considerando il punto di vista distorto che ci portiamo addosso per la nostra esperienza con la WTS, siano necessariamente quelli che Cristo considera di vero valore.

    "Nei secoli di tentativi del genere ne sono stati fatti parecchi, o sono naufragati oppure sono sfociati in confessioni organizzate, magari fatti di grano e zizzanie, ma per il fatto di essere organizzati hanno dato il loro contributo alla diffusione della Bibbia e del cristianesimo, cosa che le chiese familiari, pur essendo un modello che mi piace, non sarebbero in grado di fare se non in una limitatissima sfera di influenza.

    Se ti riferisci alla Bibbia in quanto a stampa e a diffusione di copie, ti do perfettamente ragione. In quanto alla diffusione del cristianesimo (se ci riferiamo allo spirito cristiano di cui parlano le Scritture, in antitesi a qualsiasi sistema di tipo farisaico) non mi pare che le religioni organizzate abbiano fatto un buon lavoro. Dall'altro lato, pensando ad una possibile alternativa, credo che (includendo chi scrive) i limiti spesso ce li poniamo da soli a volte in base alle esperienze negative del passato, al nostro background o più semplicemente a quello che il Maestro spesso definì come mancanza di fede.....

    RispondiElimina
  10. Nella ricerca della risposta alle molte domande che vi siete fatti, e che ci siamo fatti anche io e mia moglie, mi sono dato un paio di risposte che desidero condividere. Nulla di eclatante; anzi, direi estremamente essenziale. Questo, però, mi ha aiutato a mantenere la mente ferma sui fondamenti dell'insegnamento biblico.

    E' necessaria una religione organizzata? (MT 18:20 "dove due o tre persone sono radunate nel mio nome, io sono là in mezzo a loro”) Risposta NO. Io e mia moglie siamo già 2 persone radunate nel nome di Gesù.

    Cosa è necessario fare? (MR 12:28-31 "...28 “Qual è il primo di tutti i comandamenti?”  Gesù rispose: “Il primo è: ‘Ascolta, o Israele: Geova è il nostro Dio; c’è un solo Geova.  E tu devi amare Geova tuo Dio con tutto il tuo cuore, con tutta la tua anima, con tutta la tua mente e con tutta la tua forza’.  Il secondo è questo: ‘Devi amare il tuo prossimo come te stesso’. Non c’è altro comandamento più grande di questi”.") Riposta: amare Dio e amare il prossimo.

    Può sembrare poca cosa ma nella mia mente ripeto queste risposta ogni volta che mi sento confuso su cosa sia giusto fare o su quale strada intraprendere. Spero possa essere di aiuto a qualcun altro "confuso".

    Un abbraccio fraterno

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    1. Bella sintesi Apologetico, a volte la verità l'abbiamo di fronte agli occhi e non riusciamo a vederla. A me colpisce molto la conversazione tra Gesù e la samaritana al pozzo, provate a rileggerla senza paraocchi...
      Ciò non toglie che qualche forma organizzativa possa essere un utile strumento, diventa ingombrante e pericoloso quando si trasforma da mezzo a scopo primario, quando si formano livelli tra le pecore e iniziano a parlare al posto di Dio.

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    2. Sul tema di questo post e anche in relazione agli ultimi due commenti espressi, mi permetto di consigliare la visione del più recente video pubblicato da Eric Wilson:

      https://m.youtube.com/watch?v=7A2knO5lrAA

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    3. Concordo con Barnaba, non è l'organizzazione di per sé ad essere un male, ma quello che può diventare nelle mani di uomini che non si lasciano guidare dallo spirito di Dio. Il punto non è cosa pensiamo noi, ma cosa pensano Dio e Cristo dell'organizzazione. Quando Israele chiese un Re contro il parere di Dio e ignorando l'avvertimento di Samuele, furono accontentati nella loro richiesta di cambiare la forma organizzativa della nazione. Nel 1 secolo non si può dire che Cristo era contrario a una forma di organizzazione nella congregazione, ma anzi la favorì attraverso "doni negli uomini". Se leggiamo attentamente Efesini 4:11-14 comprendiamo chiaramente perché Gesù diede quei doni favorendo una congregazione organizzata e almeno due livelli di "gerarchia" (in senso buono, perché dovevano ricordarsi sempre che erano tutti fratelli...): gli Apostoli e i Pastori e Maestri nelle singole congregazioni. Uno dei motivi era "l'opera di ministero" ma un altro, pure importante, è spiegato nei versetti 13 e 14. Se apostoli e anziani non tenevano fermo il punto sul sano insegnamento, il gregge non cresceva spiritualmente e rischiava di perdersi dietro a insegnamenti ingannevoli promossi da agenti di Satana che avrebbero cercato di infiltrarsi nelle congregazioni. E contro questo gli apostoli lottarono fino alla fine "agendo da restrizione", come dimostrano i messaggi di Rivelazione fatti pervenire da Giovanni alle congregazioni dell'Asia Minore ma anche gli ammonimenti di Giovanni contro i falsi propagandisti, al punto di consigliare di togliere pure il saluto a chi insisteva nel cercare di sviarli. Da questo comprendo che Dio e Cristo non sono contrari a una religione organizzata. Poi l'azione di Cristo nei secoli è stata anche potente per svergognare e aprire gli occhi ai credenti quando chi stava ai vertici si metteva al posto di Dio, ed è cosi che Dio e Cristo hanno sempre agito, tramite la denuncia dei profeti ai tempi dei Re d'Israele, ma tramite altri nei secoli successivi al primo. Ci metto Ario, Lutero, nei tempi moderni anche Russel fece la sua parte. Ma si, ci metto pure Raymond Franz. Grazie anche a lui, non veneriamo il totem dell'organizzazione come purtroppo fanno tanti fratelli.

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  11. Da un po di mesi rifletto su questa organizzazione. Specie quando sento dire che Geova ha un'organizzazione, sia in cielo che sulla terra. Si menziona il carro di Geova e la Sua organizzazione angelica. Ma l'apostolo Paolo non disse che quella di sopra (nei luoghi celesti) è nostra madre riferendosi agli angeli in cielo? Una TG del 1964 diceva: Essi si compiacevano nel pensare di essere figli di Abraamo mediante sua moglie Sara, la donna libera, ma l’apostolo cristiano Paolo, Giudeo convertito, disse che erano come i figli dell’Egiziana, Agar, la servitrice di Sara, e quindi erano schiavi. Paolo disse: “Queste cose sono come un dramma simbolico; poiché queste donne significano due patti, quello del monte Sinai, che genera figli per la schiavitù, e che è Agar. Ora questa Agar significa il Sinai, un monte dell’Arabia [dove furono dati i Dieci Comandamenti del patto della legge], e corrisponde alla Gerusalemme d’oggi, poiché è in schiavitù con i suoi figli. Ma la Gerusalemme di sopra è libera, ed essa è nostra madre. Per cui, fratelli, noi [cristiani] siamo figli non della servitrice, ma della donna libera. Per tale libertà Cristo ci rese liberi. Perciò state saldi e non vi fate confinare di nuovo in un giogo di schiavitù”. Quindi perchè parlare di organizzazione anzichè di famiglia. Sono forse simili? Ci si può però confondere ed abusare della propria posizione. Termini come: Uscire dall'organizzazione anzichè da una famiflia, o fare ciò che dice lo schiavo, sembrano termini che non alludono ad una famiglia ma a qualcuno che comanda. Noi abbiamo doveri verso Dio, non verso un'organizzazione, mi sbaglio?

    Saluti da pippo

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    Risposte
    1. x Anonimo Pippo
      Concordo con te che in cielo Dio ha una grande famiglia, non un organizzazione, e che sulla terra i cristiani dovrebbero essere tutti fratelli che pregano "Padre nostro, che sei nei cieli...". Poi l'organizzazione è uno strumento che serve agli uomini per fare le cose con efficienza ed efficacia, e ancorché favorita da Cristo nel 1 secolo o tollerata nei tempi moderni (al solo scopo di diffondere il messaggio salvifico"fino alla più distante parte della terra"), è (e deve restare) solo e soltanto uno strumento per raggiungere un fine, da utilizzare quando serve. Come una penna, la prendo per scrivere e poi deve restare "al suo posto". Il problema è che la "penna", cioè lo strumento, ormai tra noi è oggetto di venerazione e idolatria. C'è solo un altra religione "cristiana" che è arrivata a tanto e anche oltre: la Chiesa Cattolica.
      Detto questo, ritengo che le interpretazioni date ai passi che parlano di uno "schiavo fedele e saggio" o "economo fedele", nonché alla visione del carro celeste in movimento, siano piuttosto fantasiose.
      Ad esempio, il fatto che nel 1919 Gesù, dopo accurata ispezione, abbia scelto un fedele gruppo di "cristiani unti" in mezzo a tante confessioni religiose che dicevano di rappresentarlo, non corrisponde a quanto Gesù stesso aveva stabilito e detto in anticipo con alcune parabole. Non è in quel tempo che Gesù venne e fece i conti con i suoi schiavi a cui aveva affidato compiti o averi da far fruttare. Questo nell'adempimento avviene in maniera visibile, dove ognuno dei servitori rende conto del suo operato e riceve personalmente e visibilmente il giudizio, premio o condanna. Qualcuno ha visto nel 1919 Cristo presentarsi a Brooklyn per dire a Rutherford "ben fatto, schiavo buono e fedele" e poi presentarsi dal Papa a Roma per notificargli che era stato licenziato? No, nessuna manifestazione visibile. Questo per me significa che i conti si faranno al termine del sistema di cose, con tutti coloro che dicono di rappresentare il Cristo (Matteo 7:21-23).
      Quanto ai "cristiani unti", anche quella mi sembra una leggenda metropolitana. L'unzione avveniva nel 1 secolo attraverso il "battesimo con lo spirito santo" ed era accompagnato da una manifestazione visibile e dai "doni dello spirito", che come predisse Paolo, cessarono. Oggi rimangono effettivamente tre cose: "fede, speranza e amore".
      Oggi possiamo solo parlare di cristiani che nutrono una speranza celeste e di altri che nutrono una speranza terrena, non di "unzione" alla stregua dei cristiani "unti" del 1 secolo. L'"unzione" nel senso più ampio del termine, che presuppone un incarico, riguarda tutti i veri cristiani, perché tutti hanno l'incarico dato da Gesù in Matteo 28:19,20. Sotto questo aspetto, si può dire che tutti i cristiani sono "unti". Per cui, per me la commemorazione annule, dove un gruppo di presunti "unti" ha stabilito che gli emblemi debbano essere presi solo da chi si sente "unto" e ha una speranza celeste, non è un occasione gioiosa, perché oscura il valore del sacrificio di Cristo di cui tutti possiamo beneficiare. Un rito che si basa su interpretazioni errate delle scritture e che dal punto di vista di Cristo, che osserva tutto ciò, potrebbe essere solo una farsa.

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